Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 21 settembre 2024
 
 

Chiedilo ai siriani

20/10/2015  La maggior parte dei profughi siriani giunti in Europa fuggono dai bombardamenti dell'esercito regolare di Bashar al-Assad e quasi tutti sognano di tornare nel proprio Paese. È quanto emerge da una ricerca condotta tra i richiedenti asilo siriani accolti in 12 centri d'accoglienza in Germania.

«I siriani non vogliono vivere in Europa», si legge sul sito “The syrian Campaing”, che ha diffuso la ricerca. «Ma fino a quando i politici non inizieranno a capire le ragioni per cui fuggono e cosa serve loro per tornare indietro, molti altri arriveranno».

La ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori del “Berlin Social Science Center” e ha coinvolto 889 profughi siriani che attualmente vivono in 12 centri d'accoglienza in Germania.

Contrariamente a quanto si crede (e a quanto si scrive sui giornali di tutto il mondo), ben il 70% degli intervistati ha dichiarato di essere in fuga dai militari di di Assad. Mentre il 32% ha detto di essere fuggito a causa delle minacce dell'Isis, il 18% dall'esercito libero siriano, il 17% dagli uomini del fronte Al Nusra (combattenti jihadisti vicini ad Al Qaeda) e l'8% dai curdi.

Il terrore dei barili-bomba

A gettare il terrore tra la popolazione civile sono soprattutto i barili-bomba: letali contenitori riempiti di esplosivo, biglie e altri oggetti metallici che vengono gettati dagli elicotteri dell'esercito regolare sui quartieri occupati dai ribelli. Si tratta di “armi” altamente imprecise, che non hanno un bersaglio ben determinato ma colpiscono indistintamente scuole, case e ospedali uccidendo e ferendo migliaia di civili. Ben il 73% degli intervistati ha subito un bombardamento con queste armi rudimentali nel quartiere in cui viveva: «Per chi ha vissuto questa esperienza, cancellare il terrore che provocano è difficile».

Ma in Siria non si muore solo per il colpo di un cecchino o sotto le macerie di un palazzo polverizzato da un barile-bomba. Quasi nove rifugiati su dieci (l'86%) raccontano di essere fuggiti per timore di arresti, detenzioni arbitrarie o di sparire nel nulla. Ancora una volta, il governo di Assad viene indicato come il principale responsabile di queste sparizioni (peraltro ampiamente documentate) nel 77% dei casi, mentre il 42% delle risposte sottolinea la responsabilità dell'Isis.

Quasi tutti i siriani vogliono tornare a casa

  

Per quanto riguarda il proprio futuro, quasi tutti i profughi siriani vogliono tornare a casa. Solo l'8% degli intervistati, infatti, afferma di voler continuare a vivere in Europa. Un sogno che – al momento – è ben lontano dal tradursi in realtà.

Abo Adnan ha 26 anni e sogna di poter tornare a vivere a Damasco: «Ma non possiamo tornare indietro fino a quando la guerra continua. Ed è per questo che chiediamo ai leader europei di fare tutto quello che possono per fermare la guerra».

Per questo ha lanciato una petizione online (https://act.thesyriacampaign.org/sign/we-want-to-go-home) che ha raccolto più di 25 mila firme.

«Per risolvere la crisi dei rifugiati, bisogna risolvere la crisi siriana»

I siriani sognano di poter tornare a vivere in un Paese dove non ci siano né l'Isis né il regime di Bashar al-Assad che, per un intervistato su due, rappresenta il principale ostacolo per poter ritornare in patria. “The syrian campaign” chiede all'Europa di impegnarsi per ridurre i bombardamenti (ad esempio creando no-fly zones) e il lancio di barili-bomba sui civili. «Non ci può essere una soluzione militare al conflitto, solo una transizione verso un nuovo governo può mettere fine alle violenze», si legge sul sito. «Per risolvere la crisi dei rifugiati, bisogna risolvere la crisi siriana».

Ma il tempo stringe: le Nazioni Unite hanno previsto che un ulteriore milione di siriani saranno costretti a lasciare la propria casa prima di Natale. Una previsione elaborata prima che la Russia iniziasse i bombardamenti.

I vostri commenti
3

Stai visualizzando  dei 3 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo