Il cardinale Gualtiero Bassetti, 76 anni, arcivescovo di Perugia e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei). Foto Ansa.
«Saremo vigili sul nuovo Governo». Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, affronta il tema del nuovo esecutivo al termine dei lavori dell’assemblea dei vescovi italiani. «Non ho paura», dice rispondendo alle domande su cosa c’è da temere dalla nuova compagine che potrebbe essere guidata dal professor Giuseppe Conte. «Facciamo i nostri auguri al nuovo Governo. Saremo molto vigilanti nei confronti di chi assume una così alta magistratura», afferma. «Quello che sarà buono lo apprezzeremo, per quello che eventualmente va contro la persona, la famiglia, i migranti, saremo coscienza critica. Senza collateralismi. Abbiamo paletti fermi che sono irrinunciabili: la persona, la Costituzione, la scelta chiara per la democrazia e l'Europa».
Come aveva già fatto introducendo i lavori dei vescovi italiani il cardinale ritorna sulla fragilità della politica e sul dovere,per la Chiesa di insistere sulla formazione alla gestione della cosa pubblica. «Come vescovi», insiste, «abbiamo visto le conseguenze della lunga vacanza legislativa, risultato di una debolezza politica, nella quale grazie a Dio abbiamo avuto due punti di riferimento: la Costituzione, che al di là di punti riformabili ha principi che restano validi e dobbiamo seguire, e il presidente della Repubblica che con la sua saggezza ha guidato la fase che abbiamo vissuto».
Adesso serve affrontare i temi urgenti, a partire dal lavoro che non c’è o è malpagato, in nero. I vescovi auspicano un Governo che abbia una «visione integrale per una politica saggia, incisiva e giusta» che sappia affrontare le priorità della gente: «Il lavoro con giusto salario, la previdenza, l'istruzione, ma anche la progressività fiscale, la tassazione delle rendite finanziare, la lotta all'illegalità e l'inclusione di chi è ai margini». Su Giuseppe Conte non esprime giudizi, il cardnale Bassetti, ma si augura che, vivendo a Firenze si sia impregnato di quell’umanesimo integrale che è stato di La Pira, Bargellini,Meucci, Gozzini , Ettore Bernabei e Pino Arpioni oggi sepolto a Nomadelfia.