Cari amici lettori, il numero che avete in mano porta la data del 26 giugno, giorno in cui ha luogo in piazza San Pietro il X Incontro mondiale delle famiglie. Al tema famiglia papa Francesco ha dedicato molta attenzione, a partire dai due sinodi del 2014 e 2015, dall’esortazione apostolica Amoris laetitia, fino alla recente prefazione al nuovo documento vaticano Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale, di cui i media laici hanno ripreso (quasi) solo l’invito a proporre il valore della castità prematrimoniale. Sappiamo che il tema famiglia oggi è complesso, poiché si confronta con una mentalità sociale e culturale che viaggia su binari ben diversi dalla tradizione cristiana.
Il Papa – e in generale i pastori – son ben consapevoli di questa atmosfera secolarizzata. Il documento – e la prefazione firmata da papa Francesco – risponde a questa sfida enorme, visibile nel calo vistoso delle richieste di matrimonio, nelle cause di nullità matrimoniale, con la proposta «di un itinerario catecumenale per il matrimonio». Qualcosa di analogo a quello che avveniva nella Chiesa antica in preparazione al Battesimo, con un tempo adeguato per «una formazione alla fede e un accompagnamento nell’acquisizione di uno stile di vita cristiano, specificamente rivolti alle coppie» (n. 5).
Insomma, per dirla in breve, la Chiesa è chiamata ad accompagnare chi si avvicina al sacramento non solo nell’immediato ma molto tempo prima e anche successivamente al sacramento, percorrendo «con loro [le coppie, ndr] la strada che li conduca ad avere un incontro con Cristo… e a fare un autentico discernimento della propria vocazione nuziale» (n. 5). Accompagnare: non essere assenti. Nella prefazione papa Francesco sottolinea l’importanza di «dedicare tempo» a questo percorso ampliato comprendente diverse tappe (preparazione remota, prossima e immediata al matrimonio; celebrazione delle nozze; accompagnamento nei primi anni di matrimonio): la Chiesa attualmente dedica diversi anni alla preparazione dei candidati al sacerdozio, ma solo alcune settimane a quanti si preparano al matrimonio. «Una così grande differenza di trattamento non è giusta», scrive. Dopo tutto, constata il Pontefice, le coppie sono la stragrande maggioranza dei fedeli, colonne portanti della vita ecclesiale e sociale.
Si avverte qui la proposta di un nuovo paradigma che richiederà tempo per essere assorbito e tradotto in proposte pastorali conseguenti – lo stesso Papa afferma che «non si tratta di “formule magiche” che funzionino automaticamente. È un vestito che va “cucito su misura” per le persone che lo indosseranno». E soprattutto trapela la preoccupazione di risvegliare la fede, cammino in cui si deve collocare e far crescere il matrimonio. Del resto, in molte cause di nullità matrimoniale emerge che mancava un elemento essenziale al sacramento: la fede. Il documento, in apertura, cita san Basilio: «Prima bisogna diventare discepoli del Signore e poi essere ammessi al santo Battesimo», chiedendo che si faccia qualcosa di analogo per il Matrimonio. È la vera sfida sottostante al documento: l’evangelizzazione. «Per le famiglie e con le famiglie», scrive Francesco. La sensibilità verso il tema famiglia è molto mutata in pochi anni, si è diventati più attenti al tema della fragilità e questo può aiutare a un approccio pastorale più realistico.
Rimane però essenziale non restare in superficie: una mentalità cristiana, per essere formata, ha bisogno di tempo e spazio, perché fiorisca la vocazione del matrimonio. Ma se non abbiamo il coraggio di avviare processi, non saremo fedeli alla Chiesa.