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domenica 06 ottobre 2024
 
 

Chiese, il terremoto non è finito

23/11/2012  In Emilia Romagna e in Lombardia: hanno subito seri danni durante l'ultimo terremoto. La ricostruzione procede a fatica. Troppo a fatica. Nostra inchiesta.

La situazione è grave. Così grave che l’arcivescovo di Bologna, cardinale Carlo Caffarra, ha voluto far arrivare alle istituzioni “un vero grido di dolore”. L’Emilia del terremoto è senza chiese. Circa 550 edifici di culto sono crollati o comunque sono rimasti gravemente lesionati in seguito alle scosse dello scorso maggio. Il ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi non lascia speranze. “Pochissime potranno tornare come prima”, ha detto a Carpi durante il convegno “A sei mesi dal sisma”, che ha fatto il punto della situazione relativa al patrimonio artistico monumentale dell’Emilia terremotata.
I dati sono da bollettino di guerra. Il danno calcolato, per il solo patrimonio religioso, ammonta a 330 milioni di euro, senza considerare i 2200 edifici di interesse storico artistico colpiti, per la maggior parte nell’area ferrarese.
La Direzione regionale per i Beni artistici mette in campo 7 milioni di euro per la ricostruzione. Un disastro annunciato. “Bisognerà delineare le priorità” hanno convenuto gli amministratori.

Di progetti ne sono già arrivati diverse centinaia, “più dell’80% hanno avuto risposta”, ha detto la direttrice Carla di Francesco. Compresi progetti avveniristici, come quello che riguarda la ricostruzione della chiesa di San Francesco di Mirandola, di cui è rimasta in piedi solo la facciata. Le macerie del mausoleo dei Pico intanto sono ancora a terra, e l’inverno non farà regali.


“L’arte è una propensione umana”, ha detto il vescovo di Carpi, monsignor Francesco Cavina, “il mondo ha bisogno di bellezza per non cadere nella disperazione”.
E’ chiaro che è in gioco l’identità di questa terra. Alcune chiese sono capolavori e scrigni di tesori artistici. Altre sono chiese amate e curate dalle comunità dei fedeli, che al momento hanno a disposizione tensostrutture e soluzioni d’emergenza utilizzabili con gravi difficoltà nel rigore dei mesi invernali. “La prossimità delle feste natalizie rende ancora più dolorosa la situazione”, ha sottolineato il cardinale Caffarra. La Cei ha messo a disposizione 8 milioni di euro per la costruzione dei centri comunitari polifunzionali provvisori, ma in molti casi, dopo mesi di attesa, le amministrazioni non hanno ancora dato il via libera ai relativi permessi. La situazione è bloccata. E manca un mese al Natale.

Simonetta Pagnotti

Per una comunità di credenti e non credenti perdere la chiesa non è solo perdere il simbolo della fede della gente ma anche un luogo di identità e di aggregazione della comunità.
Ed è quello che è capitato a Mantova e provincia che nel terremoto del 20 e 29 maggio scorso hanno visto colpiti 129 edifici di culto su 302, il 42% del totale in diocesi. Ancora oggi 83 chiese sono inagibili.

La diocesi di mons. Roberto Busti è stata scossa dallo stesso sisma che ha devastato alcune zone dell’Emilia. Fortunatamente non ci sono stati morti ma i danni non mancano. E se lo Stato e le altre istituzioni si sono mossi per recuperare le abitazioni, i luoghi di lavoro e le scuole, per le Chiese la situazione è drammatica.



La Chiesa italiana, la Diocesi locale, altre diocesi lombarde e tante parrocchie si stanno dando da fare ma i danni sono enormi e nessuno mai provvederà. «Per una comunità di credenti e di non credenti – sottolinea il Vescovo Busti - ma che si sente unita dentro la realtà di una città o di un paese, quando scompare una chiesa, la casa tra le case, la più bella casa tra le altre case perché così ha voluto la gente, scompare anche un po’ di speranza e un po’ di possibilità di fare vera festa».

Per questo la diocesi di Milano ha scelto di promuovere la raccolta fondi destinata al recupero dei luoghi di culto Le nostre chiese, la storia di tutti la cui campagna di comunicazione è realizzata dall’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi stessa, con il sostegno delle diocesi di Lombardia, il finanziamento di Caritas Ambrosiana e ACEC, in collaborazione con Trenord.

Per fare una donazione: conto corrente, intestato alla Diocesi di Mantova, IT44 C 05204 11503 000000000743 causale Le nostre chiese, la storia di tutti (www.aiutamantova.it).


Chiara Pelizzoni  

 
 
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