Il signor Paolo Ghidini ci invia la trascrizione della testimonianza della zia Nedda
“Si tratta di poche paginette scritte a matite durante gli ultimi giorni del conflitto. Mia zia aveva 17 anni allora, e annotò quanto accadeva. Gli avvenimenti citati avvennero nella campagna vicino a Poggio Rusco, un paesino della provincia di Mantova. Qui vi furono duri combattimenti. La zona fu oggetto dell'ultimo aviolancio con paracadutisti in Italia, la famosa “Operazione Herring”. La presenza di soldati americani e italiani nelle retrovie dell'esercito tedesco in ritirata stava causando scontri violenti. Questo spiega le bombe, gli aerei, le mitraglie, le mine.
Mia zia è venuta a mancare alcuni anni fa, ma raccontava spesso di quei giorni, l'arrivo degli americani che regalavano cioccolata e gomme da masticare. Lo stupore nel vedere persone di colore fino ad allora mai viste. I tedeschi fatti prigionieri. E la paura, le bombe, le devastazioni.
In quelle pagine si legge la grande fede di mia zia, che si affidava anche in quelle ore al Signore, che fosse fatta la Sua volontà. L'esperienza della guerra non la portò ad abbandonare Dio, ma anzi la rese ancor più devota, e lo rimase fino alla fine dei suoi giorni”.
Paolo Ghidini
Ecco la trascrizione:
21 aprile 1945
Nessuno di noi, al principio di questa guerra, avrebbe detto che per noi sarebbero giunti momenti così terribili. Sento il bisogno di affidarli a un pezzo di carta per poterli forse un giorno rileggere (buon segno sarebbe).
Tutto il giorno gli aeroplani che ronzano sopra il capo. Lo scoppio di una bomba di qua, una raffica di mitraglia di là, è una cosa assordante e dobbiamo dire: non è ancora niente! Che sarà di noi se passerà la guerra? Ci salveremo? Sarà questione di ore o di giorni? Questo è il terribile problema che sempre ci assilla la mente, quasi un martello che sempre ti batte sulla testa. A volte penso Ma dove è passata la guerra non sono poi morti tutti. Qualcheduno s'è salvato, altri sono morti. E se tra quegli altri ci sarò anch'io? Prego tanto Iddio che ci salvi, ma anche tra quelli che sono morti ci sarà certo stato qualcheduno che pregava. Iddio ascolterà le nostre suppliche? Ne siamo noi degni? Non che una presta morte mi spaventi eccessivamente perché Dio è padrone di fare quello che meglio crede e in ogni cosa io vedo la sua volontà. E se Lui fa ciò, io dico sempre: si vede che ciò deve accadere. Egli non abbandona mai nessuno aiuterà certamente anche noi.
22 e 23 aprile
Il giorno ventidue è stato un giorno movimentato assai. Al mattino sono andata a Poggio e come sono stata là i caccia di ricognizione hanno cominciato a mitragliare e si sentivano anche frequenti scoppi. Il terrore e lo sgomento aumentava sempre in tutti. Alle 10 circa ci siamo preparati per andare a casa. Ma quale viaggio! Ci siamo fermati non so quante volte nelle case, nei fossati. In località Carnevale ci siamo fermati e abbiamo assistito al mitragliamento del canapificio e di parecchie case sulla stessa strada. Nel pomeriggio continuavano sempre più insistenti i mitragliamenti e gli incendi. Quanti disastri! Quanta distruzione!
Verso sera arriva un'automobile dal fronte e si parla fossero assai vicino e dopo un'ora circa sono cominciati a passare soldati a piedi, carrette, autocarri e cavalli in tutta fretta per andare ai traghetti.
Il fronte s'avvicinava in tutta fretta e si sentiva il cannone. Durante la notte non si è dormito per il continuo viavai di soldati, macchine e cavalli.
Oggi (23 aprile) al mattino presto siamo venuti in campagna in una trincea (dalla quale scrivo). Qui sentiamo i grandi scoppi delle mine che fanno saltare ponti, strade e tutto ciò che si può distruggere. Si dice che sia questione di poche ore. Qui stiamo aspettando gli eventi. Che sarà di noi? Che succederà? Ci salveremo? Riuscirò a scrivere la fine di questo giorno? (ora sono le 11 circa). Qui con noi ci sono le mie zie e i miei cugini. I miei nonni sono in un altro posto con la zia Dina.
Con quanto dolore siamo usciti di casa, il cuore sembrava scoppiare dal dispiacere guardando tutte le cose care che non so se riuscirò ancora a vedere. Gli apparecchi si sentono continuamente. Sono le 11,15. Si dice che siano a 3 km da Poggio. Le strade sono state fatte saltare. Lo zio è a Poggio. Che sarà di noi? Sono ore febbrili che sembra non passino mai. Dicono che hanno già passato Poggio. Stanno venendo.
Sono le 11,45. Gli aerei hanno mitragliato e incendiato il fienile della nostra casa, ma fortunatamente non ci sono state vittime.
Dopo il mitragliamento gli aerei hanno continuato incessantemente a ronzare a bassa quota. Verso le 5 alcuni uomini che erano fuori hanno visto gente che alzava le braccia. Gli americani erano arrivati. Tutti sono andati a vederli e dopo poco i carri armati hanno cominciato a venire per la campagna. Poco distante da noi si sono fermati e le pattuglie hanno cominciato il rastrellamento. Hanno cominciato dopo un po' a passare le lunghe file di prigionieri. Dopo circa un'ora siamo tornati tutti a casa salvi. Eravamo già “liberati”. In alcune case i tedeschi hanno fatto un po' di resistenza, ma per qualche minuto. Prima di sera si sapevano già notizie di Poggio, buone in verità, che le nostre case sono tutte salve, così la nostra gente.