«Ci trattarono con gentilezza»: è una citazione tratta dagli Atti degli apostoli - e fa riferimento all’accoglienza riservata dagli abitanti di Malta a san Paolo e ai suoi compagni di viaggio naufragati sull’isola - il tema scelto quest’anno per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. L’iniziativa, nata nel 1908 negli Stati Uniti per volontà del pastore anglicano Paul Wattson, è stata abbracciata nel tempo da tutte le confessioni cristiane e oggi vede coinvolta a pieno titolo la Santa Sede e la Chiesa cattolica italiana.
Al centro della riflessione della Settimana 2020 (18-25 gennaio), preparata significativamente dalle Chiese cristiane di Malta, c’è il tema attualissimo e drammatico dell’accoglienza dei migranti. «Anche l’ospitalità fa parte della comune testimonianza di fede nella vita di tutti i giorni», ha detto in proposito papa Francesco, ricevendo una delegazione della Chiesa luterana di Finlandia. «Come cristiani battezzati, noi crediamo che Cristo vuole incontrarci proprio in quelle persone che nella vita hanno fatto naufragio, in senso letterale e in senso figurato. Chi offre ospitalità non diventa più povero, ma più ricco. Chiunque dona, riceve a sua volta. Infatti, l’umanità che mostriamo agli altri ci rende misteriosamente partecipi della bontà del Dio fattosi uomo».
«L’ospitalità», si legge poi nel sussidio preparato dai cristiani di Malta, «è una virtù altamente necessaria nella ricerca dell’unità tra cristiani. La nostra stessa unità di cristiani sarà svelata non soltanto attraverso l’ospitalità degli uni verso gli altri, pur importante, ma anche mediante l’incontro amorevole con coloro che non condividono la nostra lingua, la nostra cultura e la nostra fede».
A livello italiano, la Settimana prevede una serie veglie di preghiera, celebrazioni ecumeniche e scambi di pulpito diffusi in tutte le diocesi della penisola. A coordinare le numerose iniziative, un gruppo di lavoro misto, guidato dal pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche (Fcei); dal vescovo cattolico, monsignor Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei; e dal metropolita Gennadios, arcivescovo ortodosso d’Italia.
Tra i vari incontri, non è mancata l’occasione per ricordare la figura profetica di Maria Vingiani, fondatrice del Sae (Segretariato attività ecumeniche) e pioniera del dialogo in Italia, scomparsa alla vigilia dell’avvio della Settimana il 17 gennaio, all’età di 98 anni.