La Chiesa gremita di persone per il funerale di Caterina
Erano tanti in piazza sabato scorso 9 febbraio a Firenze per il funerale di Cate, la giovane dottoressa coraggiosa dell’ospedale Meyer prime e che poi collaborò diversi anni con l'Associazione Nazionale Tumori, Caterina Morelli, morta a 37 anni di cancro. Una santa della porta accanto che, quando scoprì di avere un tumore mentre era incinta del secondo figlio, rifiutò l'aborto e scelse delle cure compatibili alla gravidanza per dare alla luce il suo secondo figlio.
Nel 2012, infatti, le fu diagnosticato un tumore al seno. Da subito cercò l'ospedale migliore d'Europa (lo IEO di Milano) per farsi operare nonostante fosse incinta e sempre lì iniziò la chemioterapia, portando avanti la gravidanza grazie a cure compatibili al suo stato. Poi, una volta nato il secondogenito, si sottopose alla radioterapia.
Nel 2015 la ricaduta. Le viene diagnosticato un altro tumore, più esteso e aggressivo. Ciò non impedisce a lei e suo marito di organizzare viaggi a Lourdes e Medjugorje: inizia il periodo di coinvolgimento con i tanti ammalati e le loro famiglie incontrati sulla sua strada di sofferenza. Diviene per loro un segno, per come affronta la malattia: affidandosi totalmente alla Madonna con letizia e l'intima certezza che Dio trasformava tutto in bene. Gli amici, sempre più numerosi e di tutte le età, si stringono attorno a lei. Nasce così una comunicazione del suo modo pieno di vivere la circostanza attraverso gruppi Whatsapp. Nel frattempo la sua storia si spande nell’intera Chiesa Fiorentina e non solo.
A Settembre del 2018 sopraggiunge un nuovo e definitivo peggioramento della malattia.Caterina si cura ancora e come sempre con importanti cicli di chemio, perché lei voleva vivere, ma da settembre la salute peggiora nettamente. Tanto che a gennaio chiede che venga anticipata la Comunione della figlia maggiore per poter essere presente e poi pochi giorni dopo entra in coma. Attorno al suo letto per tutta la sera si accalcano gli amici che pregano e che cantano, insieme ai suoi bambini presenti, in un clima di festa, come lei desiderava. Muore alle prime ore dell’8 febbraio.
Sabato scorso erano circa in 1600 presenti per partecipare al funerale nella chiesa della Santissima Annunziata per salutarla. E uno striscione: «Cate sei volata in cielo di Firenze per renderla più luminosa e bella». Così, un altro, allo stadio Franchi nella partita Fiorentina-Napoli: «Ciao Cate. Jhonny siamo con te».
Un esempio di vita cristiana vissuta fino all’ultimo sulle orme di Gesù. «Oggi stesso a catechismo introdurremo le Beatitudini e voglio portare questa storia ai ragazzi come esempio. So che lei sarà contenta. Lei è già da anni una testimone di Cristo: ora la sua luce è ancora più grande e risplenderà nella Chiesa e dalla Chiesa su tutta la Terra» scrive Maria Ede. «Un faro nel buio in cui brancoliamo» per Franca Maria; perché «il mondo è sorretto dalla santità. Soprattutto da quella anonima e feriale».