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lunedì 07 ottobre 2024
 
Una giornata speciale
 

Ciao Delfini, ci vediamo in mare

07/08/2014  Si chiama “Taras”, è un catamarano super moderno: ogni giorno imbarca studenti, insegnanti, genitori e turisti appassionati di natura e li porta a conoscere da vicino gli animali più allegri del mare. che per fortuna ancora frequentano le nostre acque

Alcuni ragazzi ascoltano i biologi marini a bordo del “Taras”
Alcuni ragazzi ascoltano i biologi marini a bordo del “Taras”

Un nugolo di ragazzini con gli zainetti, ma anche tanti adulti, in gran parte i loro genitori. È una scolaresca e prende allegramente d’assalto il Taras, ormeggiato nel porto di Taranto. Il vociare dei bambini (alcuni di loro vanno ancora all’asilo) sovrasta ogni rumore, anche quello dei motori e delle onde. Ma la parola che risuona più spesso è una sola: delfini. Sì, la meta della giornata non è una spiaggia, un altro porto o un’isola. È un punto indefinito al largo della costa, dove potranno avvistare i cetacei più amati del mare.

Il Taras, moderno e comodo catamarano, deve il nome a un personaggio della mitologia greca: figlio del dio dei mari Poseidone e di una ninfa, secondo la leggenda aveva fondato la città di Taranto, ed è sempre rappresentato a dorso di delfino. L’imbarcazione, oggi al completo, è proprietà dei soci della Jonian Dolphin Conservation, organizzazione tarantina senza fini di lucro, composta da ricercatori, biologi marini, universitari e volontari che si dedicano alla tutela e allo studio di questi mammiferi. La differenza rispetto ad altri esperti è che questi scienziati hanno deciso di condividere la loro passione con la gente comune, che partecipa ogni giorno alle loro esplorazioni in mare. Si pagano una minima quota associativa e il costo giornaliero della gita, non molto diverso da quello di qualsiasi giro guidato sulle nostre coste. Qui, però, non si tratta solo di bere e mangiare in compagnia e magari fare un bel bagno. L’emozione che si prospetta in questa lunga giornata tra le onde, sotto il sole della Puglia, è di avvicinare questi allegri e giocherelloni, e comunque davvero grandi, animali del mare.

Lo spettacolare salto di un esemplare di Stenella striata.
Lo spettacolare salto di un esemplare di Stenella striata.

Solo per i più distratti: i delfini, nonostante pinne e coda, non sono pesci ma mammiferi. Proprio come noi. Partoriscono, allattano, accudiscono con amore i cuccioli come fanno cani, gatti e altri animali domestici che conosciamo meglio. In effetti, l’unico modo per approcciare facilmente Stenelle striate, Tursiopi, Delfini comuni e Grampi (queste le principali specie che frequentano i nostri mari) è in genere dentro acquari e parchi acquatici. «Nei parchi di intrattenimento la specie che si trova più spesso è il Tursiope », ci spiega Carmelo Fanizza, biologo marino, presidente dell’associazione. «Si dice: perché sopportano meglio la cattività. In realtà, proprio come le Stenelle, quando sono liberi percorrono ogni giorno centinaia di chilometri. Nessuno di loro può vivere bene in una vasca. Per questo, insieme alla Lav, stiamo portando avanti una campagna per limitare l’uso di questi animali nei delfinari. I salti, le rovesciate, le spirali, il tenersi in piedi sulla coda sono comportamenti naturali per i delfini. Non vengono loro insegnati. Nei parchi si sfrutta una loro capacità innata, che certo diverte la gente». Vedere le loro acrobazie nel blu profondo è un’emozione diversa e unica. Quasi impossibile da raccontare.

I delfini davanti alla zona industriale di Taranto.
I delfini davanti alla zona industriale di Taranto.

Il Taras li avvista dopo qualche ora di navigazione, non troppo lontano dalla costa. L’acqua schiuma all’orizzonte per i loro movimenti. In realtà, sono loro che, curiosi, si avvicinano alla barca. A decine. Circondano il Taras, saltano sotto la prua, osservano da sotto il pelo dell’acqua, sfruttano le onde generate dal motore per spiccare voli e rovesciate. Guardando indietro verso la riva si intravedono ancora le ciminiere della zona industriale di Taranto. L’Ilva è là, ma qui c’è una natura selvaggia e incontaminata. La vita, forte e potente, vince. «Proprio la zona del nostro golfo è una delle più importanti in Italia, insieme al mar Ligure (quello che è anche chiamato il Santuario dei cetacei) per l’avvistamento di questi animali», aggiunge Fanizza. «In particolare, qui si trovano delfini, grampi (una specie di delfino senza rostro e di grandi dimensioni, ndr) e anche qualche balenottera. Sotto il livello del mare, a poche miglia dalla costa, ci sono infatti dei canyon sottomarini che raggiungono 500 metri e oltre di profondità, con un habitat molto simile a quello del mare aperto. Inoltre, c’è un grande passaggio di pesci azzurri, tradizionali prede dei delfini. Ecco perché molti gruppi sono diventati stanziali in quest’area. Qui vivono e si riproducono. Ci piace ricordare che Taranto non è solo l’Ilva, con il suo disastro ambientale. Qui ci sono anche realtà come la nostra, gruppi di ecologisti appassionati e disinteressati, che studiano specie che per fortuna prolificano ancora nei nostri mari».

Qual è la vostra percentuale di avvistamenti? «I delfini sono mammiferi, devono respirare e risalire continuamente in superficie. È il motivo che ci permette di avvistarli quasi ogni volta che usciamo in mare. Di giorno sono più tranquilli e si muovono meno, verso sera saltano e corrono. In quel momento, con il mare che si appiattisce per le maree, è quasi impossibile non vederli». Per fortuna! Non riusciamo a immaginare quale sarebbe la delusione dei ragazzi, in caso contrario... «Noi coinvolgiamo i piccoli nei nostri studi. Salgono con noi a turno sulla torretta di avvistamento, alta tre metri, ci aiutano a calare in acqua i registratori per studiare e ascoltare i versi che i delfini emettono sott’acqua. Offriamo loro le nostre conoscenze e li accompagniamo a vivere esperienze uniche. In cambio, chi ci segue ci aiuta a continuare nella nostra passione e nel nostro lavoro, e a sviluppare i nostri progetti. Il tutto, tengo a dirlo, senza alcuna sovvenzione pubblica».

In cerca di cetacei? Ecco a chi rivolgersi

Vedere i delfini in mare è un’emozione. Per gli avvistamenti, ci sono associazioni che mettono a disposizione le imbarcazioni e la conoscenza dei cetacei e delle loro abitudini. Come la Jonian Dolphin Organisation di Taranto, di cui parliamo in questo servizio (sito www.joniandolphin.it - tel. 349/13.38.221). Stessa passione per il mare per gli esperti di Tethys Research Institute (www.tethys.org - tel. 02/72.99.19.47). In questo caso ci si imbarca da Sanremo (Im). No ai delfini clown è la campagna contro i delfinari di Lav. Per diventare volontario o sostenere questa e altre iniziative a favore degli animali: info [CHIOCCIOLA] lav.it

Curiosità: forse non sapete che...

  

Allegri, simpatici, i delfini amano giocare intorno alle barche. Molto socievoli, vivono in gruppi dai ruoli ben definiti.

  • Quando una madre partorisce, alcune femmine, le cosiddette “zie”, l’aiutano durante il travaglio, che può durare anche diverse ore e mette a rischio lei e il cucciolo.
  • Appena il piccolo nasce (con parto podalico, per farlo respirare solo all’ultimo momento), le “zie” e la mamma lo accompagnano verso la superficie per il primo respiro.
  • I delfini di poche settimane si riconoscono dalla piccola pinna dorsale flessibile. Alla nascita è infatti morbida, proprio per facilitare il parto.
  • Nella catena biologica i delfini sono predatori. Non macchine da preda come gli squali ma comunque cacciatori evoluti. ] Avvistano sardine e altri pesci anche a grande distanza. Tecnica che hanno affinato in milioni di anni di vita in mare.

 
 
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