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martedì 28 marzo 2023
 
il ricordo
 

Ciao Renato, signore del giornalismo

22/11/2022  Formidabile cronista, fu un maestro nella professione e un amico garbato e gentile nei rapporti umani. Il ricordo dell'amministratore delegato della San Paolo don Antonio Rizzolo, già direttore di Famiglia Cristiana e Gazzetta d'Alba

di don Antonio Rizzolo

È stato giornalista di Famiglia Cristiana per più di 30 anni e ha fatto da maestro a me e ad altri paolini nella professione. È morto nella notte tra il 21 e il 22 novembre, all’età di 92 anni. Renato Bauducco era nato, infatti, il 17 giugno 1930 a Moncalieri. Aveva iniziato la sua carriera giornalistica giovanissimo, quasi per caso. Il padre, proprietario di una fabbrica di cioccolato a Torino, lo voleva avvocato. Ma poi, per sostituire un corrispondente di Moncalieri del quotidiano La gazzetta del popolo, ha cominciato a scrivere per quel giornale, arrivando fino alla carica di redattore capo.

Quando alla Gazzetta cominciava a tirare una brutta aria decise di guardarsi attorno e casualmente incontrò un collega e amico, Beppe Del Colle, il quale lo invitò a entrare nella redazione di Famiglia Cristiana. Dopo un colloquio con l’allora direttore don Giuseppe Zilli, decise di accettare. Dal 1974 è stato così responsabile della redazione di Alba, dove la rivista era nata e allora veniva stampata. In seguito ha collaborato al settimanale diocesano Gazzetta d’Alba, contribuendo alla riorganizzazione della rete di collaboratori dai diversi paesi del territorio. Nel 2007 è andato definitivamente in pensione.

Per Famiglia Cristiana seguiva in particolare rubriche come “La terra”, “Note sociali” e quella sul fisco. Ed è stato autore di alcuni grossi scoop: un ampio servizio sul movimento di Comunione e liberazione, allora agli inizi, e soprattutto l’intervista esclusiva a Frate Mitra, l’ex francescano padre Silvano Girotto, che infiltrandosi tra le Brigate Rosse aveva fatto catturare i capi storici Curcio e Franceschini. Ha rievocato questa vicenda, rispondendo alle domande del nostro giornalista Eugenio Arcidiacono, nel numero speciale per i 90 anni di Famiglia Cristiana (n. 52 del 2021).

Concludo con alcune note personali. Caro Renato, la tua morte mi riempie di dolore e commozione. E purtroppo non posso nemmeno essere presente ai tuoi funerali essendo bloccato sulla nave della crociera-pellegrinaggio con i lettori di Famiglia Cristiana. Ma prego per te, ti ricordo con grandissimo affetto. Ora potrai riabbracciare tua moglie Gianna, morta nel marzo del 2009, alla quale eri legatissimo. Era stato un duro colpo per te, e solo la vicinanza e il sostegno degli amici ti hanno permesso di andare avanti ancora per tanti anni. Perché sapevi farti voler bene, con la tua discrezione e gentilezza. Per me sei stato un maestro nel giornalismo, ho imparato da te i “trucchi” del mestiere: come si “cucina” un articolo, come si scrive una didascalia, che cos’è davvero una notizia. Ho appreso da te che si devono sempre e prima di tutto rispettare i lettori. È a loro che ci rivolgiamo, è per loro che scriviamo. Sei sempre stato un “signore”, nella professione e nella vita. Ma soprattutto sei stato per me un amico, un fratello e un padre. Mi hai voluto davvero bene, parlandomi sempre francamente ma con dolcezza, condividendo le fatiche del lavoro e le gioie dello stare insieme, discutendo serenamente di ogni cosa. Magari a tavola, assaporando i piatti della cucina albese. Mi sono riletto i tuoi ultimi messaggi. «Gioisco con te, caro don Antonio», mi scrivevi alla notizia della mia nomina a direttore di Famiglia Cristiana nel 2016, «per il logico sbocco di un percorso che ho avuto il piacere di accompagnare fin dall’inizio. In bocca al lupo (senza farlo crepare, poverello!), un abbraccio in attesa del cin-cin». Il Signore ti accolga nella sua casa, caro Renato. Il tuo ricordo rimarrà per sempre nel mio cuore.

 

 
 
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