Il cimitero di Fadiouth, la piccola isola senegalese delle conchiglie, si raggiunge percorrendo a piedi una passerella di legno sul braccio di mare, tra carri carichi di miglio trainati dagli asini. In lontananza, sulla sommità della collina, compare una grande croce bianca. Tutt'intorno, una distesa fitta di croci candide, all'ombra degli alberi, piantate su cumuli di conchiglie: le tombe degli abitanti cristiani. Salendo verso la parte orientale del cimitero il panorama cambia: le croci cedono il posto al simbolo della mezzaluna islamica, le tombe degli abitanti di fede musulmana. Cristiani e musulmani riposano fianco a fianco, nello stesso cimitero, in due aree distinte: ai defunti islamici è riservata la parte orientale. I cristiani sono seppelliti sotto la terra all'interno delle casse di legno, i musulmani avvolti da lenzuoli bianchi, come prescrive la religione, e il volto rivolto verso La Mecca.
Fadiouth e il suo villaggio gemello Joal, sulla terraferma, si incontrano lungo la Petite Côte, il tratto di costa a sud della capitale Dakar, dopo il centro di Saly Portudal in direzione del Parco nazionale del Delta dei fiumi Sine e Saloum. Joal ha dato i natali al primo presidente della Repubblica senegalese, il poeta Léopold Sédar Senghor, di fede cattolica, in un Paese in cui la stragrande maggioranza della popolazione è musulmana. Nel tratto di mare di fronte, Fadiouth, pittoresca e tranquilla isola di coltivatori dal terreno fatto di conchiglie, è collegata a Joal da un ponte lungo 400 metri.
Il cimitero dell'isola delle conchiglie è un rarissimo e straordinario esempio di dialogo interreligioso, di comunione e integrazione fra le fedi. Una convivenza pacifica che caratterizza del resto tutto il Paese: patria della "teranga", termine wolof che indica il tradizionale spirito di ospitalità degli abitanti, il Senegal è anche il Paese della tolleranza religiosa. Nell'area di Joal-Fadiouth il 90% degli abitanti sono cristiani, il 10% musulmani, esattamente la proporzione inversa rispetto al resto del Paese.
«Ma tra cristiani e musulmani non esiste differenza, la religione non rappresenta un problema», spiega Cyrus, la guida, senegalese cattolico convertito all'islam. «A Fadiouth tantissime famiglie sono miste, cattolici e musulmani convivono all'interno dello stesso nucleo familiare, i cristiani vengono invitati alle feste islamiche e viceversa. Così, essere seppelliti nello stesso cimitero rappresenta la normalità, la naturale conseguenza alla fine di un'esistenza fondata sulla coesione e il rispetto tra religioni». Cristiani e musulmani, tutti uguali, senza distinzioni. Uniti nella morte. E, in Senegal, anche nella vita.
(Foto di Giulia Cerqueti)