Compie 50 anni la merenda più
amata da sempre, o almeno
da quando nel suo elegante
vasetto di vetro è uscita per la
prima volta, nel maggio del
1964, dalla fabbrica del suo
ideatore per arrivare dove forse
non avrebbe mai immaginato
di arrivare. La Nutella, un nome
(dal 1995 appare sul dizionario italiano)
che ha un significato in Italia e nel mondo
senza bisogno di traduzione. Tutti la
conoscono, tanti la mangiano, per alcuni
è un’ossessione e molti hanno cercato
di imitarla.
Una ricetta in fondo semplice
nata ad Alba, terra di nocciole (nut
in inglese) poi unite al cacao e al latte,
dove già questa crema spalmabile veniva
prodotta dalla famiglia Ferrero: nel
dopoguerra, ai tempi di Pietro, come
Giandujot (un lingotto di cioccolato avvolto
nella carta stagnola) per diventare
la spalmabile Supercrema.
Ma solo nel maggio del 1964, due anni
dopo la trasformazione della Ferrero
in Spa, grazie a Michele Ferrero gli italiani
possono acquistare per la prima
volta un bicchiere in vetro di Nutella (il
primo era a otto facce). Ne seguiranno,
oltre al classico barattolo con il tappo in
plastica bianca, tantissimi da collezionare,
e comincia per l’azienda un cammino
in ascesa verso una realtà internazionale
fatta di undici stabilimenti in tutto
il mondo (tre in Italia), insomma un
brand che si è trasformato in un mito
economico e alimentare, venduto in oltre
cento Paesi e gestito con successo
anche da scelte comunicative davvero
azzeccate, capaci di contrastare le paure
e le indicazioni di salutisti e dietologi.
Il debutto della Ferrero su Carosello
è del 1967 con lo spot Una pagina del libro
Cuore girato dal regista Sandro Bolchi, che unisce la lettura di alcune
pagine del romanzo di De Amicis a uno
stacco finale tutto dedicato alla preziosa
crema. Nel 1971 le storie dei dispetti
di Jo Condor, messo a bada dal Gigante
buono, vengono concluse dalle immagini
agresti di madri intente a spalmarla
sul pane, mentre una voce dice: «Ieri
tua mamma ti dava Nutella e oggi tu la
dai al tuo bambino...». Pubblicità che
anche dalla carta stampata suggeriscono
valori rassicuranti con al centro
la famiglia («Brava mamma che hai scelto
Nutella»); l’infanzia: bambini di ogni
razza (ben prima di Benetton) che dicono
«Nutella è buona» in tutte le lingue
del mondo; l’amore per la vita con il
Buongiorno a te cantato da Pavarotti.