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martedì 15 ottobre 2024
 
 

Cipro, la cultura non si arrende

06/02/2015  Da un lato e dall'altro del Muro, gli uomini di cultura non si arrendono alla divisione dell'isola.

Ahmet Sozen, capo del Dipartimento per le relazioni internazionali e Direttore del Cyprus Policy Centre (foto F. Speranza)..
Ahmet Sozen, capo del Dipartimento per le relazioni internazionali e Direttore del Cyprus Policy Centre (foto F. Speranza)..

Si chiama Joint Teacher Commission: è il progetto che professori turco-ciprioti e colleghi greco-ciprioti  stanno cercando di portare avanti, nonostante l'indifferenza della politica. Il progetto cresce all'Università internazionale del Mediterraneo orientale, che si trova a Famagosta, nel Nord di Cipro. Vale sempre la regola che al momento gli insegnanti si incontrano a titolo strettamente personale perchè i professori del Nord per il mondo non esistono. Esiste il progetto: una Commissione per portare avanti “un dialogo a livello di società civile parallelo a quello dei negoziati, che passi attraverso l'educazione delle nuove generazioni”. Così ci spiega Ahmet Sozen, capo del Dipartimento per le relazioni internazionali e Direttore del Cyprus Policy Centre. 

Ci racconta di aver partecipato, in una sorta di ruolo di consulenza, alla fase di riavvio dei negoziati a inizio anno e ci assicura che “in sei mesi è stata scritta una pagina, prima dell'ennesima sospensione”. Si dice certo che sul piano negoziale, a parte la mancanza di volontà delle parti, nulla può accadere prima di un anno, cioè prima dell'inizio del mandato del presidente che uscirà dalle elezioni di primavera. Anche per questo afferma che “la società civile deve muoversi in parallelo e il mondo della cultura lo sta facendo”.

Passiamo il Muro e andiamo all'Università di Cipro.  Incontriamo Nigazi kizilyurek. che insegna materie umanistiche. Gli chiediamo se è vero che la cooperazione tra università si sta facendo più stretta e lui, con un sorriso, ci chiede: “Basta dire che io sono turco-cipriota e insegno al Sud?”. Kizilyurek in realtà ha nazionalità greco-cipriota, ma ci sembra di aver capito il senso delle sue parole. Anche meglio quando aggiunge: “Il conflitto non è etnico, né religioso, dalle ultime rilevazioni di uno studio, fatto da ricercatori del Nord e del Sud, emerge che il 65% di tutti i ciprioti non vuole il conflitto e voterebbe per una qualche riunificazione”.

Lo stadio turco-cipriota di Nicosia (foto F. Speranza).
Lo stadio turco-cipriota di Nicosia (foto F. Speranza).

A ben guardare dallo studio emerge che al Nord in maggioranza vorrebbero una federazione, mentre al Sud la maggioranza è per una confederazione di due Stati dstinti. Ma la volontà comune di una svolta è indubbia. Per capire il valore rivoluzionario di tutti questi progetti, che sembrano all'ordine del giorno per qualunque territorio, può essere utile ricordare che in quella che per il mondo è l'unica Repubblica di Cipro, al Sud, i giovani possono viaggiare e godere per esempio degli scambi Erasmus; nella parte Nord, invece, i giovani per lasciare la Turchia, unico Paese in cui possono arrivare in aereo, devono aver acquisito un passaporto turco, la loro carta di identità turco-cipriota non ha valore.

Incontrando proprio ragazzi e studenti, oltre che commercianti, si percepisce che la società civile sta aspettando seriamente la risposta sui progetti dai leader politici seriamente interpellati. Qualcuno ci ricorda che nei mesi scorsi, nonostante tante perplessità sollevate da politici, la squadra di calcio della Repubblica di Cipro si è recata a giocare nello stadio a Nord con la squadra turco-cipriota. Un altro forte segnale dalla società civile.

 
 
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