«Quasi ogni giorno leggo una pagina dei Vangeli. Trovo che siano testi straordinari, forse ineguagliabili per la capacità che possiedono di parlare della vita e alla vita. Non si tratta però di una lettura consolatoria: al contrario, ti prende alla gola». Claudio Magris, grande germanista e intellettuale fra i più autorevoli in Italia e in Europa, rivela il suo rapporto con la religione e i Vangeli in un'intervista a Famiglia Cristiana. «Vi trovo anche momenti di oscurità, dolore, contraddizione», continua Magris. «E più li leggo, più mi convinco che Cristo non intendeva fondare una nuova religione (ce n'erano già tante anche allora...), ma piuttosto cambiare nel profondo l'esistenza degli uomini».
Il professore si sofferma poi sulla sua esperienza personale di fede: «Da ragazzo ho scelto di ricevere, senza che mi venisse imposta da nessuno, una formazione cattolica. Poi più avanti ho abbandonato le pratiche religiose», precisa Magris al settimanale nel numero in edicola da domani. «Però continuo ad essere profondamente affascinato dal cristianesimo, perché in Gesù lo spirito diventa carne, vale a dire qualcosa di concreto, reale. Non amo affatto, invece, quello spiritualismo generico e irrazionale che tende a credere a tutto tranne che a Dio».
Nell'intervista, concessa in concomitanza con la proposta del romanzo Un altro mare in allegato a Famiglia Cristiana, Claudio Magris interviene anche sul populismo («Se le ideologie populiste, che personalmente aborro, si sono diffuse tanto nella società, e spesso proprio nelle sue fasce più deboli, abbiamo il dovere di approfondire le ragioni da cui nascono tali forme di protesta») e sul ruolo della cultura mitteleuropea.