«In un’epoca storica figlia delle apparenze, credo che il modo migliore per dare una buona immagine artistica di sé e mostrarsi realmente al pubblico sia quello di fare un passo indietro evitando inutili presenzialismi per lasciare ancora più spazio alla musica, ai contenuti, al sentimento. Conta il canto al di là di chi canta. La faccia? Nell’arte viene dopo». Così si presenta Cleò, il cantante dall'incredibile estensione vocale che negli ultimi mesi ha proposto solo via Internet alcune emozionanti rivisitazioni di canzoni italiane, in attesa del suo primo inedito. L'ultimo omaggio musicale esce in occasione del Giovedì Santo: è l'Ave Maria di Fabrizio De André, «una canzone contenuta nel disco La Buona Novella del 1970: un album che, pur parlando di Gesù, pone in realtà l’accento sulla figura di sua madre: icona del dolore più grande, nel raccogliere a terra, dopo lo strazio della crocefissione, le spoglie del proprio figlio», ricorda Cleò.
«Per registrarla, al fine di individuare l’intimità e l’intensità emotiva giusta in cui calare la dimensione del mio canto, ho scelto il silenzio e il ritiro degli ambienti plurisecolari del Monastero Abbaziale di Casanova, in Piemonte, in cui la vita mi ha condotto provvidenzialmente, quasi per caso, in quest’occasione. Qui ho scoperto la figura preziosa e caritatevole di Don Adriano Gennari, sacerdote cottolenghino torinese da sempre in prima linea alla lotta alla povertà, che in questo contesto millenario ha posto la sede della propria casa di spiritualità “Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione”. Una Onlus che, grazie all’aiuto costante di ben 250 volontari, sfama settimanalmente migliaia di persone nel capoluogo piemontese con la ‘Mensa dei poveri’, la distribuzione dei pacchi-famiglia e dei sacchetti-pasto nei giorni festivi».
Prosegue l’artista: “In quel contesto di prezioso raccoglimento, una struttura cistercense del 1100 al confine tra la Provincia di Torino e quella di Cuneo – il cui colonnato settecentesco del chiostro, fra l’altro, necessita di un urgente restauro - abbiamo ripreso il cantato solista e gli echi della corale lirica per godere appieno, in fase di mixaggio, di un accenno di riverberazione naturale che si respira nei luoghi sacri antichi, nelle chiese, fondendola al resto dell’arrangiamento orchestrale in un secondo momento in sala d’incisione”.
Ad accompagnare il brano un videoclip realizzato dal creativo del web Antonio Augelli: “Il filmato - spiega Cleò - contiene una carrellata di immagini di opere d’arte a partire dal 1300 sino ai giorni nostri che ritraggono il momento della deposizione di Gesù dalla croce fra le braccia di Maria. In tutto 14, una per ciascuna stazione della Via Crucis, di cui la prima che appare è particolarmente significativa: è tratta infatti dal Santuario dell’Icona Passatora, detto anche Santa Maria delle Grazie, del XIV secolo. Una delle 100 chiese devastate dal sisma dell’agosto 2016 che, per la ricchezza dei suoi affreschi, è detto la “Cappella Sistina” di questo lembo di terra: sui cui è giusto mantenere sempre alta e vigile l’attenzione, anche attraverso la musica. Specie quando il canto, in tempo pasquale, si fa preghiera”.
#
Cleò pubblicherà entro maggio 2017 il suo primo singolo inedito, scritto da una grande firma della musica italiana, per l’etichetta indipendente ‘Capogiro Records/Gianni Rodo Edizioni’