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domenica 12 gennaio 2025
 
 

Hillary - Obama, il sorpasso

30/10/2011  Mentre la popolarità del Presidente è ai minimi storici, quella della Clinton è in costante ascesa. Lei vincerebbe di sicuro le presidenziali, dicono i sondaggi. Lui, invece...

Da Washington - Giorni inquieti per Hillary Clinton, la popolarissima segretario di Stato americana che un sondaggio di opinione condotto dal settimanale Time indica (nel caso si candidasse) come sicura vincitrice delle elezioni presidenziali del novembre 2012.


     Avere le elezioni in tasca in apparenza è una grande soddisfazione, peccato però che Hillary Clinton non voglia (e non avrebbe probabilmente mai il coraggio) di mettersi in lizza contro il suo capo Barack Obama che sta tentando di ottenere il secondo mandato.

    Secondo il sondaggio pubblicato da Time, Hillary Clinton, oggi come oggi, otterrebbe il 55% dei voti contro Mitt Romney, il candidato “piu’ eleggibile” in casa repubblicana che avrebbe solo il 38%. Nei confronti di Herman Cain, il candidato che la dirigenza repubblicana non vorrebbe, ma la gente continua a sostenere, Hillary conduce per 56 a 34. Con il cowboy Rick Perry, guardato con diffidenza dai repubblicani, e con disprezzo dai democratici, Hillary è a quota 58 contro 32.

     Nel reportage di Time c’è anche la dolente nota dei numeri di Barack Obama: il divario con Mitt Romney è di 46 a 43, con Herman Cain di 49 a 37, con Rick Perry di 50 a 38. I margini dell’attuale Presidente sul candidato repubblicano di punta sono visibilmente troppo esigui per garantire la sicurezza della vittoria. Secondo gli esperti se il partito repubblicano tirasse fuori un candidato veramente convincente, qualità che Romney, Cain e Perry non posseggono, Obama non verrebbe rieletto.

     E’ un dato di fatto, sostengono gli stessi esperti, che è molto più facile essere popolari come segretario di Stato al di sopra delle parti, piuttosto che come Presidente, soprattutto se si calcola che Barack Obama passa la  maggior parte del suo tempo a prendere pesci in faccia dal Partito repubblicano coalizzato in massa contro di lui. Grazie alla maggioranza ottenuta nelle elezioni di mid term del 2010, i repubblicani sono infatti in grado di non far passare nulla al Congresso che abbia una minima parvenza di giovare alla reputazione del presidente.

     Nelle prime ore dopo la pubblicazione del sondaggio di Time, in casa democratica dove temono, con ragione, che una candidatura di Hillary spaccherebbe il partito e sarebbe quindi letale per la permanenza di un Presidente democratico alla Casa Bianca, è cominciata a circolare la voce sull’opportunità’ inserire Hillary Clinton come vicepresidente nel ticket di Obama. Alla domanda di un giornalista se avrebbe accettato l’offerta, la signora Clinton ha risposto: “Joe Biden sta svolgendo uno splendido lavoro come vice presidente, non credo che si possa fare a meno di lui”.

Da Washington - Quando si pensa a un’incredibile carriera, Hillary Diane Rodham Clinton balza alla memoria. Nata a Chicago nel 1947, laureata in legge e sposata nel 1975 con professore di legge dell’Università dell’Arkansas di belle speranze, Hillary, la moglie secchiona dell’effervescente Bill, è in realta’ quella che ha fatto tutti i calcoli sulle probabilità che hanno portato la coppia Clinton nel palazzo del governatore dell’ Arkansas nel 1978 e alla Casa Bianca nel 1992.


    Piuttosto antipatica, sempre pronta, nei primi anni di presidenza del marito, a lasciar capire che la testa pensante era lei, Hillary ha passato gli anni della Casa Bianca a cercare inutilmente di imporre le sue idee.  Alla Sidewell Friends School di Washington dove la figlia ha fatto le medie, ridono ancora oggi del giorno in cui Chelsea Clinton si e’ sentita male e l’ insegnate voleva telefonare alla mamma. “Per favore non lo faccia – ha risposto la ragazzina – è troppo occupata e si arrabbia se la disturbo. Chiami piuttosto mio papà”.

     Incapace di far trapelare emozioni, comprese quelle umilianti dei mesi del Monicagate, Hillary non ha però mai abbandonato il suo posto e Bill Clinton l’ha ricompensata aiutandola ad avere una carriera tutta sua. Da quando, nel 2000, è stata eletta senatore dello Stato di New York, Hillary Clinton ha subito una vera e propria metamorfosi. Il fatto di lavorare per se stessa e non per portare acqua al mulino altrui, ha avuto un effetto positivo sulla sua personalità. Non più saccente per partito preso, la neo senatrice si è messa a lavorare con una serietà e cameratismo nei confronti dei colleghi che le hanno procurato successi, simpatie e la vittoria senza difficoltà per il secondo mandato nel 2006.

    Nuovi problemi sono sorti quando si è candidata alle elezioni presidenziali del 2008. Probabilmente il fattore Barack Obama, ovvero la possibilità di eleggere il primo presidente di colore, ha fatto passare in seconda linea le sue indubbie capacità. Lei se n'è resa conto e si è ritirata. Obama non ha ovviamente dimenticato che Hillary Clinton godeva dei favori di molti elettori e l’ha nominata segretario di stato, compito che lei ha svolto con un’incredibile abilità.

     A Washington, dove i sondaggi in favore di Hillary hanno lasciato un segno, molti sostengono che la Clinton sta in realtà preparando piani per le elezioni del 2016. Per il momento lei tiene le sue carte coperte. A chi chiede notizie sul suo futuro assicura che non vuole continuare nel secondo mandato di Obama a fare il segretario di Stato, ma non risponde seriamente alla domanda se sono vere o meno  le voci che la Banca Mondiale vorrebbe averla come timoniere.

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