«Abbiamo analizzato un gruppo di 40 bambini, metà dei quali hanno interagito con i clown all'interno della sala d'aspetto e della sala medica. I risultati hanno confermato che l'intervento dei clown dottori nelle procedure di Pronto Soccorso pediatrico è efficace nella riduzione dei livelli di ansia dei piccoli pazienti». Lo spiega Margherita Felluga, psicologa dell’Ospedale “Burlo Garofolo” di Trieste e responsabile del progetto di studio sulla clownterapia, i cui risultati sono stati presentati in occasione della XV Giornata nazionale del Sollievo, istituita nel 2001 per “promuovere e testimoniare, tramite iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale”. Uno studio condotto con metodo scientifico, che è stato pubblicato sull'autorevole rivista “European Journal of Pediatrics”.
Qui e in copertina: clown dottori con alcuni bambini e genitori al Pronto soccorso pediatrico del Burlo Garofolo di Trieste.
Come ha spiegato anche il dottor Egidio Barbi, primario del Pronto Soccorso «le componenti di ansia e paura cambiano sia il vissuto, che condiziona il comportamento del bambino nelle pratiche successive, sia, in maniera drammatica, la percezione del dolore. In un'ottica di approccio globale alla persona operiamo affinché la rassicurazione sia la premessa indispensabile per qualsiasi procedura di gestione del dolore». Il personale dell'Istituto ha già un alto livello di formazione, ma «la presenza dei clown dà un valore aggiunto molto importante», prosegue Barbi. «Sono clown molto professionalizzati e riescono a dare sicuramente qualcosa in più. Ed ora ne abbiamo anche l'evidenza scientifica».
Per il dottor Stefano Russian, della Direzione Sanitaria dell'Istituto, i risultati di questo studio confermano «un cambio di mentalità, una crescita culturale. Riferendoci ai clown dottori non parliamo più di “pagliacci” nel senso negativo del termine, bensì di “colleghi”. Noi siamo fieri di averli tra noi e dobbiamo continuare a crescere e ad accettare che l'intervento dei clown faccia parte integrante della terapia offerta al bambino e alla famiglia. Il sorriso è il migliore impact factor per la struttura».
Protagonisti del progetto, durato quattro mesi, sono stati di clown dottori del Gruppo Azione Umanitaria (Gau) – cofondatore e affiliato alla Federazione Nazionale Clown Dottori ‒ che garantiscono da molti anni la loro presenza al Burlo: «L'interazione con i bambini e i genitori anche nella sala medica è stata una vera palestra di formazione completa», racconta con un pizzico di emozione la dott.ssa Luna, al secolo Gabriella Goglia. «Ed è stato molto importante per noi avere un'evidenza scientifica sul nostro operato», aggiunge. «Desideriamo offrire al bambino sofferente una comunità che lo accoglie: vogliamo lavorare tutti insieme per lo stesso obiettivo».
Il lavoro di clownterapia è mirato al nucleo familiare: coinvolge perciò genitore e bambino e le emozioni positive dell'uno si riflettono in emozioni positive anche per l'altro. «La distrazione è uno dei metodi più potenti per non sentire dolore», sottolinea ancora Barbi. «Nei bambini funziona benissimo e l'intervento sul genitore è un elemento fondamentale. Per questo parlo dei clown professionalizzati: un approccio di questo tipo è un prerequisito importantissimo».