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martedì 22 aprile 2025
 
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Clownterapia: Il dottor Ragù, Spagotto e Ginotondo raccontano la loro vocazione

14/06/2017  Perché diventare un clown-dottore? Quali le motivazioni e le emozioni di chi il naso rosso lo indossa? Ogni clown-dottore ha la sua storia e perciò non esiste una risposta univoca. Ecco le testimonianze che abbiamo raccolto direttamente da loro...

Perché diventare un clown-dottore? Quali le motivazioni e le emozioni di chi il naso rosso lo indossa? Ogni clown-dottore ha la sua storia e perciò non esiste una risposta univoca. Per avere qualche riscontro abbiamo sentito alcuni clown-dottori e abbiamo raccolto alcune testimonianze pubblicate sui siti delle realtà più importanti di clownterapia in Italia.

«L'arcobaleno si forma con la pioggia e il sole, e sembra che ridano insieme, nella tempesta, e al bambino quei 7 colori dell'iride mettono di buon umore e lo invogliano al sogno, alla speranza» scrive il dottor Ragù sul sito della “Fondazione Theodora onlus”. «In ospedale, io e i bambini cerchiamo l'arcobaleno e sogniamo ridendo, nel mezzo della tempesta, nella fragilità».

Secondo il dottor Collina Senz'alberi dell'Associazione “L'aquilone di Iqbal” «si diventa clown-dottori quando vi sono stati dei vissuti forti che hanno fatto comprendere quanto sia importante avere un approccio diverso alla vita: si può avere nella positività uno strumento per vedere la vita in modo più ottimistico. Il tutto unito ad una spiccata passione per l'espressione artistica».

La dottoressa Pasticcio, in una recente testimonianza pubblicata in occasione dei 20 anni di “Soccorso Clown onlus”, racconta: «Non è mica facile far capire chi siamo e cosa facciamo, delle volte siamo rifiutati a priori, altre volte invece siamo accolti come la manna, ma il nostro compito è di entrare comunque in un punta di piedi e di far capire all’altro chi siamo, con sensibilità e attenzione, anche se l’altro non vuol saperne di noi. Noi dalla nostra abbiamo l’arma del sorriso, che può smontare anche i conflitti più pesanti, basta fidarsi del proprio clown e ricordarci che siamo qui per i bambini».

Tutta in rima l'autopresentazione del dottor Spagotto, sul sito di “Dottor Sorriso onlus”: «Son Spagotto e mi atteggio a grande Dotto faccio il musico, il primario ed il mago temerario. Ma quando un bimbo mi trasforma con l’incanto del suo soffio allora prendo le sembianze di tutto quello che lui sogna. E se qualcuno me lo chiede “Ue Dotto’, a cosa crede?” Che se non sorridi ad ogni cosa mai il musone ti si schioda!».

Interessanti e di valore sono anche le esperienze pubblicate sui siti di “Federazione Ridere per Vivere”,  “Sogno clown onlus”, “In compagnia del sorriso”, “Missione Sorriso Valle d'Aosta”.

Per il dottor Ginotondo, che abbiamo incontrato nella sede della “Compagnia dell'Arpa a dieci corde”, infine, «il clown-dottore è una figura ad alto impatto sociale e per questo è importante essere consapevoli di ciò che si fa. Non si può prescindere da una seria formazione e da un adeguato tirocinio. Personalmente, dopo una lunga esperienza nel corso degli anni, ho sentito che il mio contesto ideale di intervento è con gli adulti perché il rapporto con i pazienti è più diretto». E non nasconde che dietro alla sua scelta c'è anche la fede: «Essere clown mi permette di coltivare il senso del servire, di dare tempo, di dare a chi ha bisogno senza aspettarmi nulla in cambio: in realtà ciò che rientra è sempre tantissimo», racconta. «La mia fede ne esce sempre rafforzata perché fare il clown mi permette di avere una relazione migliore, più personale ed umana con il Signore. Ma soprattutto ho imparato ad ascoltare». E racconta di quel gioco dei nomi, con il quale prende avvio ogni corso di formazione per nuovi clown, che non riesce mai... perché nessuno è più abituato ad ascoltare. Anche se si tratta “solo” di un nome.

Nota dell'autore: nell'impossibilità di dare voce alle innumerevoli esperienze di clownterapia presenti sul territorio nazionale, si è scelto di nominare alcune realtà che garantiscono determinati standard formativi, metodologici e deontologici. Ciò non toglie che il lettore incuriosito ed interessato possa andare a “mettere il naso” nelle altre realtà, avendo ben presente la differenza tra clownterapia ed animazione, e provando magari ad approfondire personalmente l'argomento attraverso un'ampia bibliografia.

Facciamo presente che la Federazione Nazionale Clown-dottori ha elaborato un piccolo vademecum per riconoscere (e segnalare) i falsi clown-dottori che chiedono denaro per presunte attività di clownterapia (anche “VIP – Viviamo in Positivo” - che si occupa di Circo Sociale, forma volontari-clown ed è presente su tutto il territorio nazionale - offre un documento analogo). Allo stesso tempo è in atto un movimento a livello legislativo (soprattutto regionale), per il riconoscimento del clown-dottore come figura professionale.

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