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venerdì 20 settembre 2024
 
Mercato della droga in Lombardia
 

Cocaina low cost

14/04/2015  A Rosate, in provincia di Milano, don Gino Rigoldi e Giovanni Gaiera hanno parlato di stupefacenti in Lombardia, in un incontro promosso dalla Carovana Antimafia Milano Ovest. Ecco il quadro che ne è emerso.

«Da queste parti si sa, l'unico vero indotto di Malpensa è il carcere di Busto Arsizio». Così esordisce Giovanni Gaiera, responsabile del centro per tossicodipendenti Comunità Cascina Contina all’incontro pubblico organizzato dalla Carovana Antimafia Ovest Milano a Rosate, venerdì 10 aprile.

Ospite della serata anche don Gino Rigoldi, Presidente fondatore di Comunità Nuova onlus e cappellano del carcere minorile Beccaria. Al centro del dibattito, il rapporto criminale tra mafia e droga di cui sono vittima i giovani. Nella zona dell’abbiatense è proprio l’aeroporto di Malpensa il luogo in cui i clan della zona fanno affari e creano un solido business grazie al traffico di stupefacenti, in particolar modo della cocaina.

«La ‘ndrangheta ha avuto grande intuito commerciale», dice il direttore di Cascina Contina. «Ha cambiato il mercato della coca trasformandola da droga per le élite milanesi a sostanza più popolare, soprattutto tra i giovani». La strategia messa in campo dall'organizzazione mafiosa è tanto semplice quanto pericolosa. La cocaina viene immessa sul mercato a un prezzo ormai ridicolo, come ridicola è la qualità della droga stessa. È proprio questo che consente di tenere il prezzo tanto basso.

Un momento dell'incontro di Rosate. In copertina: i due ospiti: don Gino Rigoldi e Andrea Gaiera con la moderatrice dell'incontro Erika Innocenti.
Un momento dell'incontro di Rosate. In copertina: i due ospiti: don Gino Rigoldi e Andrea Gaiera con la moderatrice dell'incontro Erika Innocenti.

Mercato lombardo della droga: ricavi stimati fra 840 milioni e 2,4 miliardi di euro

I clan della 'ndrangheta gestiscono quasi l'intera filiera: trattano in modo diretto con i cartelli di narcotrafficanti sudamericani, la importano e la distribuiscono, ma lasciano spazio al libero mercato tra i piccoli spacciatori che si occupano della vendita al dettaglio. E il mercato lombardo della droga è il business più redditizio in Italia. I ricavi sono stimati tra gli 840 milioni e i 2,4 miliardi di euro.

Secondo alcune ricerche prodotte da Transcrime e dalle Forze dell’ordine, Milano sarebbe il centro di smistamento della droga non solo per le altre regioni italiane, ma anche il centro del traffico internazionale. Le organizzazioni criminali, poi, sfruttano a loro vantaggio la dilagante disoccupazione giovanile. «La mafia estende il dominio dei suoi affari anche grazie alla crisi economica», spiega Gaiera, «facendo leva sui giovani. Le cosche della zona chiedono ai ragazzi senza lavoro di portare auto piene di sostanze stupefacenti da una parte all’altra di Milano, pagando 500 euro».

L’unica condizione? Non fare domande. «Di questi tempi i ragazzi pur di mettere in tasca qualcosa, si rendono complici dei mafiosi e del traffico di stupefacenti». Infatti, i giovani si presentano come la fascia più colpita dal fenomeno delle droghe e dalla mafia, sono loro che ne fanno le spese maggiori di questo business redditizio. Nostro è il compito, sia come individui sia come Stato, di salvaguardare i ragazzi, cercando di mostrargli un’alternativa di vita che non sia la corruzione, la “legge del più forte”, l’arroganza.

«Ognuno di noi nel suo piccolo», chiosa don Gino Rigoldi, «può scegliere di condurre una vita onesta, invece di fare il furbo. Tutti possono fare la loro parte nell’educare alla legalità, e questo vale principalmente per gli insegnanti delle nostre scuole, dove nessuno parla in modo chiaro del tema della droga. Bisognerebbe prima educare i professori, affinché siano poi in grado di sensibilizzare meglio i giovani». Solo così potremo davvero prenderci cura del nostro futuro.

 
 
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