A volte uno sguardo, un sorriso, una stretta di mano rivelano molto di più di quanto si pensi, raccontano anche più delle parole. E possono contare molto nelle decisioni. Ad esempio, in un colloquio di lavoro: stringere la mano con una presa debole e insicura o, al contario, stringerla con troppa veemenza, non guardare dritto negli occhi, muoversi troppo, sono atti spesso inconsapevoli che possono compromettere la buona riuscita dell'incontro e, quindi, l'assunzione. Se si cerca lavoro, insomma, bisogna stare attenti anche al linguaggio del corpo, una sorta di biglietto da visita del candidato al colloquio.
Una ricerca di CareerBuilder.it su un campione di oltre cento manager italiani rivela quali sono i primi dieci errori da non commettere: al primo posto, il mancato sguardo diretto, poi la stretta di mano debole, il muoversi troppo sulla sedia, la cattiva postura, incrociare le braccia, giocherellare con un oggetto sul tavolo, gesticolare troppo, toccarsi i capelli o il viso, non sorridere, la stretta di mano troppo forte.
La ricerca - condotta, oltre che in Italia, in Francia, Germania, Gran Bretagna e Svezia su oltre 500 manager - ha preso in esame anche gli atteggiamenti che, al contrario, aiutano il candidato a dare di sé un'impressione positiva e, quindi, a ottenere il posto. Il risultato è che il candidato più favorito è quello che parla più lingue straniere, a seguire quello che ha il senso dell'umorismo più spiccato, chi è più attivo socialmente, poi il candidato che è al corrente delle ultime notizie, quello che è meglio vestito, chi vanta maggiore dimestichezza con i social media, infine chi sfoggia una migliore forma fisica.
Per finire, CareerBuilder offre alcuni suggerimenti: quando si va a un colloquio di lavoro, meglio arrivare in anticipo per avere i nervi più rilassati, prima di presentarsi è bene fare ricerche approfondite sulla società e prepararsi le eventuali domande, e magari anche le risposte, guardandosi allo specchio o videoregistrandosi per verificare il linguaggio del proprio corpo.