Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 20 settembre 2024
 
dossier
 

Colosseo al buio per tutti i perseguitati a causa della loro fede

15/05/2014  Nella serata di giovedì 15 maggio, una fiaccolata promossa dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla Comunità Ebraica a sostegno di tutti coloro che sono discriminati per la religione professata in Africa, in Medio Oriente e in Asia.

Un momento della fiaccolata organizzata a Roma, al Colosseo, giovedì 15 maggio 2014 per i cristiani perseguitati nel mondo e per tutti coloro che patiscono violenze a causa del loro credo religioso.
Un momento della fiaccolata organizzata a Roma, al Colosseo, giovedì 15 maggio 2014 per i cristiani perseguitati nel mondo e per tutti coloro che patiscono violenze a causa del loro credo religioso.

Luci spente al  Colosseo. Riflettori accesi su quanti, nel mondo, sono emarginati, perseguitati o, peggio, uccisi, nel nome della religione.  Giovedì 15 maggio alle ore 19.45 la Comunità di Sant'Egidio e la Comunità Ebraica di Roma, con il sostegno di Ignazio Marino, sindaco di Roma, si riuniscono sotto l’Anfiteatro Flavio per  esprimere solidarietà ai credenti che rischiano la vita per professare la propria religione. Mentre il buio avvolge il Colosseo, le fiaccole accese ricordano le vittime delle oppressioni.

Dall’Africa al Medio oriente fino all’Asia più lontana gli appelli alla pacifica convivenza vengono smentiti da continui episodi segnati dalla violenza.  «La condanna della violenza e dell’odio religioso, vera e propria bestemmia del nome di Dio, deve essere unanime e condivisa, la mano dei persecutori deve essere fermata, la catena dei delitti, frutto del disprezzo e dell’intolleranza, deve essere spezzata», sostiene la Comunità di Sant'Egidio.

«La religione è l'esatto contrario della violenza e non è vero che esiste un terrorismo fondato sulla religione perché in ogni culto la parola chiave è "pace"». Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant`Egidio, spiega così il motivo della fiaccolata organizzata insieme alla Comunità Ebraica. «Da anni stiamo portando avanti con grande impegno la lotta contro la violenza basata su motivazioni pseudo religiose - ricorda Impagliazzo -. Questo principio ha avuto origine nel 1986 quando papa Wojtyla ha convocato i rappresentanti di tutte le religioni a rilanciare il messaggio di pace che non è esclusivo dei cristiani, ma c`è nella religione ebraica e in quelle professate pure in Asia».

Da allora la Comunità di Sant''Egidio ha organizzato ogni anno un incontro per riproporre questo tema: nel 2013 l'evento è stato ospitato a Roma e quest'anno per ricordare i 100 anni dall'inizio della Prima Guerra Mondiale la riunione è fissata in Belgio, ad Anversa, Paese neutrale che è stato invaso dalla Germania per poi conquistare la Francia. «Giovanni Paolo II voleva che tutte le religioni esprimessero solidarietà e prendessero le distanze da discorsi violenti - precisa Impagliazzo - e per questo noi abbiamo continuato a lavorare per togliere ogni elemento religioso o pseudo tale da ogni conflitto». Proprio in quest'ottica è stato deciso di promuovere da cristiani e ebrei la fiaccolata del 15 maggio».

Il messaggio da lanciare sarà «nessuna guerra è santa, solo la pace è santa». Ma intanto sono migliaia ogni anno le persone che sono perseguitate (come le studentesse rapite in Nigeria) e muoiono in Africa centrale e Asia. «La nostra religione è basata sull'amore e sulla solidarietà - fa notare il presidente della Comunità di Sant'Egidio - ma questi temi danno fastidio quando si innescano conflitti e guerre tra popoli. Per questo a pagare spesso sono i cristiani, i soggetti più deboli che finiscono per morire senza clamore, come anime che spariscono nel nulla, senza neanche una tomba, a causa delle violenze religiose».

«La fiaccolata «vuole ricordare le vittime che non devono sentirsi isolate e abbandonate», sottolinea Impagliazzo. «Noi siamo solidali, soffriamo e preghiamo per loro».

Multimedia
L'arrivo di Meriam all'aeroporto di Ciampino con i figli Martin e Maya
Correlati
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo