Una foto dell'interno del Colosseo scattata il 21 agosto 2010 (in alto) e una elaborazione grafica (in basso) che mostra come sarebbe se si ricreasse l'arena calpestabile al di sopra dei sotterranei.
Il coraggio va bene, la spettacolarizzazione a tutti i costi no. La proposta di restituire l'arena al Colosseo, lanciata da un archeologo e sostenuta da un Tweet («basta un po' di coraggio») del ministro Franceschini, si arricchisce di un nuovo, sorprendente capitolo: il presidente della Roma Pallotta propone, a lavori ultimati, di ospitare nell'arena addirittura delle partire di calcio: la Roma, cioè la sua squadra, contro il Real Madrid, il Barcellona, il Bayern Monaco. E aggiunge, forse percendo lui stesso nel profondo la temerarietà dell'idea, che il ricavato dovrebbe servire per la tutela del patrimonio culturale e per progetti benefici.
Riassunto della vicenda.
Il tweet di Franceschini, con l'idea di riportare il
Colosseo a come era fino alla fine dell'800 e, quindi, di
restituirgli la sua arena, fanno riferimento alle ricerche
di Daniele Manacorda, professore di Metodologia e tecnica
della ricerca archeologica all'Università di Roma Tre
pubblicate sulla rivista Archeo del mese di luglio. Le
vedute ottocentesche, ricorda l'archeologo, ritraggono il
Colosseo «con la sua bella arena viva perché calpestabile, e
quindi privatamente o pubblicamente usabile e usata». Piano
piano, «tra il XIX e il XX secolo, l'arena è stata
progressivamente scoperchiata».
Tuttavia,
osserva Manacorda, «per definizione un sotterraneo è
qualcosa che sta 'sotto terrà; è nato, è stato creato per
stare sotto terra: è questa la sua condizione esistenziale.
Perché i sotterranei del Colosseo stanno a pancia all'aria
sotto il sole e non sono tornati là dove dovevano stare? O
meglio: perché non è tornata su di loro quella coltre
necessaria e antica dell'arena, appunto, che oltre a dar
loro la dovuta protezione, gli avrebbe dato anche quel che
adesso gli manca, cioè un senso?». La restituzione dell'Arena, concludeva l'archeologo, «gli permetterebbe
di tornare ad essere, carico di anni, un luogo che accoglie
non il semplice rito banalizzante della visita del turismo
massificato, ma un luogo che, nella sua cornice unica al
mondo, ospita - nelle forme tecnicamente compatibili - ogni
possibile evento della vita contemporanea».
Il Tweet di Franceschini aveva espresso sostegno all'idea, a cui avevano aderito altri esperti (ad esempio Carandini, archeologo e presidente del Fai), mentre molti altri avevano dato parere contrario (Settis, Montanari...).
Al di là della differenza dei punti di vista, il dibattito aveva finora sollevato un tema reale: come ci dobbiamo rapportare ai notri beni culturali? Deve prevalere l'esigenza conservativa o quella che tende a "sfruttarli" al massimo, in termini turistici ed economici? E come è possibile raggiungere l'equilibrio fra queste due istante, ciascuna delle quali ha elementi di legittimità? Quindi, concretamente: è giusto intervenire sul Colosseo per ripristinare la sua antica arena? Ed è giusto che diventi sede di spettacoli?
A dare una svolta inattesa alla discussione ci ha pensato la sparata di Pallotta. Il dibattito sull'utilizzo dei beni artistici è utile e necessario. Ha senso chiedersi se recuperare l'arena, e anche se trasformarla in sede di eventi, se per eventi intendiamo una rappresentazione del teatro latino o un concerto di musica antica; non se pensiamo a una partita di calcio...