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mercoledì 07 giugno 2023
 
Le parole di Francesco
 

«Colui che trovo nel mio quartiere o in strada è una persona da amare, senza se e senza ma»

12/11/2016  Ultima udienza giubilare stamattina a San Pietro sui temi dell'inclusione e dell'accoglienza. Dice il Papa: «A volte diciamo: “Ma questo è di quel Paese, dell’altro Paese, di questa religione, di un’altra…". Che significa? È una persona che ama Dio e io devo amarla. Misericordia è anche questo: spalancare le braccia per accogliere senza escludere; senza classificare gli altri in base alla condizione sociale, alla lingua, alla razza».

Si è svolta questa mattina, alle 10, in Piazza San Pietro, l’ultima Udienza giubilare. Meditazione di Papa Francesco sul tema: “Misericordia e inclusione” (cfr Mt 11, 25-28). «Cari fratelli e sorelle, vorrei presentare un aspetto importante della misericordia: l’ inclusione», ha iniziato il Papa. «Dio infatti, nel suo disegno d’amore, non vuole escludere nessuno, ma includere tutti. Ad esempio, mediante il Battesimo, ci fa suoi figli in Cristo, membra del suo corpo che è la Chiesa. E noi cristiani siamo invitati a usare lo stesso criterio: la misericordia è quel modo di agire, quello stile, con cui cerchiamo di includere nella nostra vita gli altri, evitando di chiuderci in noi stessi e nelle nostre sicurezze egoistiche».

Dopo aver ricordato il brano del Vangelo di Matteo (In quel tempo Gesù disse: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro"), Francesco ha proseguito: «Gesù rivolge un invito realmente universale. Nessuno è escluso da questo appello, perché la missione di Gesù è quella di rivelare ad ogni persona l’amore del Padre. A noi spetta aprire il cuore, fidarci di Gesù e accogliere questo messaggio d’amore, che ci fa entrare nel mistero della salvezza. Questo aspetto della misericordia, l’inclusione, si manifesta nello spalancare le braccia per accogliere senza escludere; senza classificare gli altri in base alla condizione sociale, alla lingua, alla razza, alla cultura, alla religione: davanti a noi c’è soltanto una persona da amare come la ama Dio. Colui che trovo nel mio lavoro, nel mio quartiere, è una persona da amare, come ama Dio. “Ma questo è di quel Paese, dell’altro Paese, di questa religione, di un’altra… È una persona che ama Dio e io devo amarla».

E ha aggiunto Bergoglio: «Quante persone stanche e oppresse incontriamo anche oggi! Per la strada, negli uffici pubblici, negli ambulatori medici… Lo sguardo di Gesù si posa su ciascuno di quei volti, anche attraverso i nostri occhi. E il nostro cuore com’è? E’ misericordioso? E il nostro modo di pensare e di agire, è inclusivo? Il Vangelo ci chiama a riconoscere nella storia dell’umanità il disegno di una grande opera di inclusione, che, rispettando pienamente la libertà di ogni persona, di ogni comunità, di ogni popolo, chiama tutti a formare una famiglia di fratelli e sorelle, nella giustizia, nella solidarietà e nella pace, e a far parte della Chiesa, che è il corpo di Cristo. Come sono vere le parole di Gesù che invita quanti sono stanchi e affaticati ad andare da Lui per trovare riposo! Le sue braccia spalancate sulla croce dimostrano che nessuno è escluso dal suo amore e dalla sua misericordia, neppure il più grande peccatore: nessuno!».  

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