Sono mamma di 3 ragazzi. Il più piccolo ha 11 anni e fa la seconda media, è andato a scuola un anno prima, e nonostante le sue indubbie capacità non gli piace per niente andare a scuola e praticamente ogni mattina fa scene di tutti i tipi, chiedendo di stare a casa. È svogliato e scostante. In realtà, alcune cose che gli vengono bene le fa volentieri, mentre altre in cui deve impegnarsi di più lo trovano spesso demotivato e indifferente. Così, anche quando poi cerca di studiare e recuperare il terreno perso, si ritrova a non ottenere ciò che si aspetta. Sto cercando di aiutarlo in mille modi ma senza risultato: ho cercato di aiutarlo a capire come studiare provando anche vari metodi insieme a lui, ho studiato con lui (e devo dire che con me vicino fa di certo di più, ma lavorando non posso sempre essere a casa per lui e quindi gli organizzo lo studio e i tempi, ma niente da fare). La sua avversione alla scuola e allo studio mi preoccupa e io non so più cosa fare. Io lo assecondo molto e lo metto anche alle strette, cioè se non fa non può giocare ai videogiochi ad esempio. Gli altri figli mi dicono che io gli permetto tutto ma non è così. Ho coinvolto anche i prof perché spesso nelle verifiche ha lasciato il foglio completamente in bianco oppure ha risposto in modo non corretto a cose che sapeva molto bene. Non so più come fare e quale strada seguire. Mi può consigliare qualcosa? Grazie e scusi se l’ho disturbata. ALICE
— Cara Alice,ho lasciato praticamente immutata la tua mail perché voglio che tu e tutti i lettori vi rendiate conto di una cosa: di fronte al problema di tuo figlio, tu ne stai facendo di tutti i colori, mentre lui sembra essere invece passivo e inadeguato. Una sorta di burattino che si “lascia fare”, che fa avvenire su di sé tutte le sperimentazioni che tu stai provando a mettere a punto. Ma il reale problema è che lui è praticamente invisibile in tutto ciò che sta avvenendo.
Nessuno ha compreso davvero per quale motivo sta disamorandosi in modo così evidente dello studio e della scuola. State tutti lavorando moltissimo per fargli recuperare terreno in termini di profitto, ma avete saltato un passaggio fondamentale: nessuno ha dedicato del tempo per comprendere insieme a lui che cosa lo sta facendo soffrire, perché ogni mattina fa di tutto per non mettere più piede in classe. È da lì che si deve cominciare: altrimenti si cerca una soluzione a un problema che è rimasto incomprensibile. Serve certamente che tu faccia un passo indietro. Forse può essere utile facilitare lo studio condiviso con un compagno, stimolando il coinvolgimento e la motivazione attraverso la mossa della relazionalità tra pari. A te direi di disattivare il doppio ruolo di mamma e insegnante di tuo figlio. Questo doppio ruolo, in preadolescenza, sta sempre molto stretto ai ragazzi e spesso porta a sfibranti tiri alla fune che complicano ulteriormente le cose