La storia di Giulia Cecchettin mi è entrata dentro il cuore. In queste vacanze di Natale io osservavo i miei tre figli, quasi adolescenti, e poi pensavo a lei, facendomi mille domande.
Come è possibile oggi aiutare i nostri figli ad avere un rapporto sano con l’altro sesso? A capire che l’innamoramento è un tempo di sperimentazione dall’esito incerto? Come mamma non so se augurarmi che in adolescenza i miei figli sperimentino anche l’amore, oppure che tutto questo venga rimandato a data da destinarsi. Sono un genitore troppo ansioso o spaventato? Oppure, alla luce dei fatti che continuamente accadono, sono autorizzata a fare questi pensieri?
CLAUDIA
Risposta di Alberto Pellai
– Cara Claudia, siamo in tanti a sentire la stessa ansia che provi tu. Di fronte ai nostri figli che crescono e che quindi vanno incontro alle loro prime sperimentazioni amorose, come genitori, che desideri e che ansie proviamo? Premesso che non sono i nostri desideri e ansie a dover indirizzare le scelte dei nostri figli, è innegabile che ciò che accade dentro di noi abbia un’influenza forte anche sulle e nelle loro vite.
Se quando vedo un figlio innamorato, come adulto continuo a inviargli messaggi spaventanti e allarmanti, la mia attitudine si trasferirà anche su di lui e sul modo con cui imparerà a dare significato a ciò che sta vivendo. La vicenda di Giulia e le molte narrazioni intorno alla violenza di genere, che sono assolutamente necessarie per farci prendere coscienza di un problema che deve essere affrontato e risolto a livello culturale e sociale, hanno come effetto collaterale quello di far apparire l’amore soprattutto come un territorio che mette in pericolo la vita delle persone.
Perciò viene guardato con ansia e paura, convinti che amare sia più un rischio che un’opportunità. Questa narrazione deve essere integrata da narrazioni che permettano di sentire che l’Amore, quello con la A maiuscola, è ciò verso cui tende il nostro progetto di vita e la ricerca di felicità degli esseri umani. Noi genitori possiamo aiutare i nostri figli a comprenderlo, attraverso l’esempio che diamo loro nel modello di coppia amorosa che testimoniamo in famiglia.
Ma anche la scuola e la società devono occuparsi di questo: bisogna che le testimonianze dell’amore “pieno e soddisfacente” siano tanto numerose quanto quelle degli amori disfunzionali e violenti che oggi sono in assoluto i più narrati e rappresentati. Parlo a lungo di questo nel libro Appartenersi (Mondadori) scritto con B. Tamborini, un saggio in cui affermiamo quali sono i prerequisiti per costruire una storia d’amore sana e stabile.