Prenderà il via il prossimo 17 giugno, con la prima prova scritta di Italiano, la maturità 2020 targata ministro Lorenzo Fioramonti. Un esame che, contrariamente a quanto era stato dichiarato da viale Trastevere, subirà anche quest’anno qualche cambio di rotta qua e là. Nulla di sostanziale, per la verità.
In primo luogo verrà assecondato il forte desiderio espresso dalla società civile con la reintroduzione del tema di Storia. «C'è stata una mobilitazione di intellettuali che ha aperto un dibattito importante sul ruolo dell'insegnamento della Storia nella formazione dei nostri ragazzi», ha spiegato il Ministro. Dopo l’uscita di scena dell’anno scorso, traccia a sé stante non più prevista nelle prove di italiano delineate dalla riforma dell’ex ministro Bussetti, la Storia riapparirà sul palco con dignità propria. Nel dettaglio, le tracce dell’esame non saranno più sette, ma otto: secondo il parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione espresso nella seduta plenaria del 13 novembre scorso, infatti, la prova di Italiano sarà articolata in due tracce di tipologia A (Analisi e interpretazione di un testo letterario italiano), due di tipologia C (Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità), più quattro tracce di tipologia B (Analisi e produzione di un testo argomentativo), con l’aggiunta proprio qui del tema di “Ambito storico”.
Invariata, invece, la seconda prova (programmata per il 18 giugno prossimo) che come l’anno scorso potrà essere mista, con le due discipline caratterizzanti il percorso.
Ma le novità non finiscono qui e riguardano anche il colloquio orale: è stato infatti messo al bando il sorteggio delle buste. Questa volta sono stati ascoltati i ragazzi: «Non vogliamo che l’esame di Stato sia un elemento di stress. Gli studenti devono presentarsi fieri e sicuri della propria preparazione. Non devono esistere trabocchetti. La maturità non può essere una roulette, non siamo al casinò», ha chiarito il Ministro. Non spariranno però i tanto temuti materiali (poesie, grafici, foto di opere d’arte, ritagli di giornale) che la commissione sarà tenuta comunque a preparare per il colloquio, soltanto verrà meno il ruolo della dea bandata con l’abolizione del sorteggio della busta sigillata e sarà restituita piena facoltà ai docenti di tracciare il solco del colloquio.
Per il resto, tutto invariato. La prova orale rimarrà divisa in quattro parti: avvio dal materiale proposto e trattazione di carattere pluridisciplinare; esposizione dell’esperienza cosiddetta di alternanza scuola- lavoro attraverso una relazione o un elaborato multimediale; accertamento di conoscenze e competenze relative a “Cittadinanza e costituzione”; discussione delle prove scritte.
Gli oltre due milioni e mezzo di maturandi 2020 (e anche i docenti per la verità) attendono ora la circolare in cui leggere nero su bianco questi cambiamenti. L’arrivo è previsto nei prossimi giorni, ma una cosa appare già certa ai ragazzi che speravano e pronosticavano: la tanto rimpianta tesina pluridisciplinare già preparata prima non ci sarà. C’è da mettersi il cuore in pace, almeno per quest’anno.