Con il nuovo decreto, denominato “Io resto a casa”, il premier Giuseppe Conte – pubblicato in Gazzetta Ufficiale ieri, 9 marzo, in vigore da oggi, 10 marzo – ha esteso a tutte le Regioni italiane, fino al 3 aprile (per il momento), le stesse misure che già erano state decise per la Lombardia e le 14 Province del Nord Italia.
Innanzitutto, è improprio parlare di zona rossa: il nuovo decreto definisce tutta la Penisola “zona di sicurezza”. Le singole aree che avevano restrizioni particolari, dette appunto “zone rosse”, di fatto non esistono più. Le regole di comportamento sono stesse in tutto il territorio nazionale.
Quindi, che fare?
Il Modulo di autocertificazione
- Posso uscire di casa?
Sì, ma se ho delle importanti ragioni per farlo. Il Decreto parla di “comprovati motivi di lavoro” e di “gravi esigenze familiari o sanitarie”. Sempre e comunque, in ogni caso, ci viene chiesto di mantenere dalle altre persone una distanza di almeno di un metro.
Viceversa, se per qualsiasi ragione ho uno stato febbrile al di sopra dei 37.5° non posso uscire di casa.
- Devo farmi autorizzare da qualcuno?
No, vale l’autocertificazione (qui il modulo scaricabile, è ancora quello che valeva col precedente decreto ma è utilizzabile in tutto il Paese). Chi non se lo può stampare a casa, può trascriverlo e firmarlo e portarlo con sè. È bene ricordare che, in caso venga accertata in occasione di controlli che l’autocertificazione non corrisponde al vero, si incorre in due reati: quello di aver trasgredito al Decreto e quello di falsa certificazione, come ha ricordato lo stesso Presidente del Consiglio durante la conferenza stampa di annuncio della nuova normativa.
Chi ripete ogni giorno oppure a cadenze fisse lo stesso percorso, sia per ragioni di lavoro o di famiglia, può specificare la frequenza dello spostamento senza dover fare ogni volta un modulo diverso.
- E se mi trovo in una emergenza per cui mi devo spostare senza avere il tempo di scaricare e compilare il modulo?
In casi eccezionali si può dichiarare verbalmente alle Forze dell’ordine, in caso di controllo, la ragione che ha necessitato lo spostamento improvviso. Queste motivazioni potranno essere verificate dagli stessi agenti in seguito.
- Posso andare a trovare i miei familiari?
Sì, se ci sono reali necessità, come ad esempio andare a trovare o ad assistere un familiare malato, o che non è autosufficiente. Come pure andare a riprendere o ad accompagnare i propri figli nei casi di necessità. Naturalmente, occorre utilizzare il buon senso: lo spirito della norma è quello di evitare ogni occasione di contatto interpersonale ravvicinato che diventi occasione di contagio, in particolare per le persone più vulnerabili al virus.
- Posso andare dal mio medico o in farmacia?
Sì, se ci sono ragioni di salute per farlo. Ma occorre tenere conto che, se si intende fare una visita medica per sintomi di malessere compatibili con quelli da coronavirus, si deve telefonare – e non andare – dal medico di base, e costui ci indicherà i numeri dedicati da contattare.
- Che significa l’espressione “comprovate esigenze di lavoro”?
Vuol dire che il mio lavoro non era possibile effettuarlo da casa e non si poteva ricorre a forme di smart working (lavoro a distanza).
- Posso fare la spesa e gli acquisti di cui ho necessità?
Sì, a nessun negozio o centro commerciale sono state imposte chiusure forzate, ad eccezione dei bar e locali di ristorazione al di fuori dell’orario 6-18, così come dei centri commerciali e dei mercati il sabato e la domenica.
Le farmacie sono tutte aperte, anche quelle che hanno sede nei centri commerciali.
Va considerato che ci viene imposta la distanza dagli altri clienti e dal personale di almeno un metro, ed è richiesto agli esercizi commerciali di vigilare a che la distanza sia rispettata.
- Cosa succede con asili, scuole e università?
Tutte le attività sono sospese fino al 3 aprile e le sedi chiuse. In tante realtà specie universitarie, sono state attivate le video lezioni o forme di smart insegnamento a distanza.
- Posso fare sport in palestra, al campo di calcio o in centri sportivi?
No. Tutte le strutture sono chiuse.
- Posso praticare attività fisica o correre all’aperto?
Sì, ma senza avvicinarmi agli altri. Vale sempre il metro minimo di distanza.
- Ma posso stare all’aperto insieme agli amici?
No, gli assembramenti sono vietati. Il motivo è evidente: sono un’occasione di elevato rischio di contagio. Fino al 3 aprile si dovrà rinunciare alla movida. È un piccolo sacrificio, del tutto sopportabile se pensiamo alla posta in gioco, ossia la vita di tante persone che a causa dei passaggi di contagio potrebbero perderla in virtù del mio momento di vita sociale.
La norma, in ogni caso – va ricordato – stabilisce la distanza minima di un metro anche all’aperto.
- Posso andare a vedere un film, uno spettacolo, un museo, oppure assistere a una conferenza?
No. Tutte queste attività non si possono fare. Fino al 3 aprile i cinema sono chiusi, i teatri pure, come i musei.