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Benessere

Come difendere i bambini dai veleni nascosti

18/01/2015  Detersivi, insetticidi, vernici e medicinali spesso sono a portata di mano. Gli ambienti più pericolosi sono la cucina e il bagno. E in caso di emergenza, ecco il Centro a cui rivolgersi.

Un esploratore curioso, così potrebbe essere defi nito un bambino piccolo. Non vede l’ora di conoscere il mondo circostante, e lo fa attraverso i suoi organi di senso, soprattutto “assaggiando” ciò che gli capita a tiro.
Purtroppo, dal momento che non sa leggere e l’esperienza non lo ha ancora educato, non si sa difendere dai pericoli che incontra. Capita così che la casa, l’ambiente in cui ha i suoi primi contatti con la realtà e quello che per lui dovrebbe essere il più sicuro, si trasformi in un luogo pieno di insidie. «La stragrande maggioranza delle intossicazioni di bambini al di sotto dei quattro-cinque anni avviene proprio tra le mura domestiche», afferma la dottoressa Franca Davanzo, direttore del Centro antiveleni dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano.

- Che cosa possiamo fare perché il nostro piccolo sia il più possibile al riparo da questo rischio?
«La prima regola, naturalmente, è quella di mettere al di fuori della sua portata le tante sostanze tossiche che abbiamo in casa: prodotti per la pulizia (detersivi, candeggina, ammoniaca, trielina, smacchiatori), insetticidi, colla, vernici, prodotti per il fai da te.
Un’attenzione particolare va riservata ai farmaci, che sono in testa alla classifica dei prodotti più pericolosi: le compresse, piccole e colorate come sono, infatti, attirano facilmente l’interesse del bambino, che può scambiarle per caramelle.
Una buona idea può essere quella di ripercorrere stanza per stanza la nostra casa, tenendo presente questo aspetto e considerando che gli ambienti più a rischio sono la cucina e il bagno. Ma anche gli altri ambienti possono nascondere insidie.
Per esempio, un farmaco che usiamo spesso e che per questo teniamo nel cassetto del comodino, in camera da letto, anziché nell’armadietto dei medicinali insieme agli altri.
Per i bimbi più grandicelli c’è un’altra cosa importante che possiamo fare. Sulle confezioni dei prodotti che possono essere nocivi sono ben visibili dei simboli che avvertono del pericolo.
Insegniamo anche ai nostri bambini a riconoscerli e spieghiamo loro il significato, in modo che sappiano identificare anche da soli le sostanze da cui è meglio tenersi lontani».

- Che cosa fare se ci si accorge, o si sospetta, che il bambino abbia ingerito qualcosa di pericoloso?
«Innanzitutto, è importante non perdere il controllo della situazione e acquisire il più rapidamente possibile alcune informazioni: come si presenta il bambino (piange disperatamente? Ha vomitato? Ha gli occhi rossi? Tossisce? Il suo alito odora del prodotto ingerito?); dove è accaduto il fatto (ci sono altri bambini a cui si può chiedere informazioni o che presentano gli stessi sintomi?); di quale sostanza o prodotto si tratta (possiamo supporre quanto ne abbia assunto? Quanto ce n’era prima? Quanto ne è rimasto?); per quanto tempo il bambino è rimasto solo.

Con queste informazioni, e tenendo sotto mano la confezione del prodotto per poter riferire al medico esattamente qual è il nome commerciale e qual è il suo utilizzo, è opportuno telefonare subito a un Centro antiveleni. Non bisogna, invece, cercare di far vomitare il bambino (se il prodotto ingerito è schiumogeno, la schiuma potrebbe passare nei polmoni, soff ocandolo), né somministrare latte (con certe sostanze, come i solventi, il latte favorisce l’assorbimento) o altre bevande».

- Ci sono antidoti che si possono tenere in casa, in modo da averli subito a disposizione per un’eventuale emergenza?
«È bene ricordare che non esiste un antidoto universale. Comunque, per trovarsi preparati in caso di ermergenza, nell’armadietto dei medicinali possiamo tenere del simeticone in gocce, un farmaco che impedisce lo sviluppo della schiuma (utile, quindi, nel caso in cui il piccolo abbia ingerito detersivi), e del carbone attivato in polvere, che, come una carta assorbente, lega a sé i prodotti tossici. Il simeticone va ingerito senza acqua; il carbone attivato deve essere diluito in acqua e bevuto a piccoli sorsi. La cosa migliore, tuttavia, è consultare sempre il medico del Centro antiveleni, che valuterà l’opportunità o meno di farli assumere al bambino».

Consigli per evitare problemi



  1. 1. Non travasare alcun prodotto chimico in bottiglie di acqua minerale, bibite o latte: è facile dimenticarsene o confondersi.


  2. 2. Non trasferire i farmaci dalle confezioni originali ai portapillole: il bambino potrebbe scambiarli per caramelle.


  3. 3. Non manomettere le chiusure di sicurezza delle confezioni: hanno lo scopo di impedire al bambino di arrivare al prodotto. 


  4. 4. Insegnare bambino, fin da piccolo, a riconoscere i simboli di pericolo sulle confezioni.

I centri di eccellenza in Italia a cui rivolgersi

MILANO
Ospedale Niguarda Ca’ Granda, tel. 02/66.10.10.29.

PAVIA
Centro nazionale di informazione tossicologica, tel. 0382/24.444

BERGAMO
Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII, numero verde 800.883.300.

FIRENZE
Azienda ospedaliera Careggi, tel. 055/79.47.819.

ROMA
Policlinico Gemelli, tel. 06/30.54.343 Policlinico Umberto I, tel. 06/49.97.80.00.

NAPOLI
Ospedali riuniti Cardarelli, tel. 081/74.72.87.00.81.

FOGGIA
Azienda ospedaliera universitaria, tel. 0881/73.23.26.

 
 
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