Un esploratore curioso, così
potrebbe essere defi nito un
bambino piccolo. Non vede
l’ora di conoscere il mondo
circostante, e lo fa attraverso i suoi organi
di senso, soprattutto “assaggiando”
ciò che gli capita a tiro.
Purtroppo, dal momento che non sa
leggere e l’esperienza non lo ha ancora
educato, non si sa difendere dai pericoli
che incontra. Capita così che la casa,
l’ambiente in cui ha i suoi primi contatti
con la realtà e quello che per lui dovrebbe
essere il più sicuro, si trasformi in un
luogo pieno di insidie.
«La stragrande maggioranza delle intossicazioni
di bambini al di sotto dei
quattro-cinque anni avviene proprio tra le mura domestiche», afferma la dottoressa
Franca Davanzo, direttore del Centro
antiveleni dell’Ospedale Niguarda Ca’
Granda di Milano.
- Che cosa possiamo fare perché il
nostro piccolo sia il più possibile al
riparo da questo rischio?
«La prima regola, naturalmente, è quella
di mettere al di fuori della sua portata
le tante sostanze tossiche che abbiamo
in casa: prodotti per la pulizia (detersivi,
candeggina, ammoniaca, trielina, smacchiatori),
insetticidi, colla, vernici, prodotti
per il fai da te.
Un’attenzione particolare
va riservata ai farmaci, che sono in
testa alla classifica dei prodotti più pericolosi:
le compresse, piccole e colorate come
sono, infatti, attirano facilmente l’interesse del bambino, che può scambiarle
per caramelle.
Una buona idea può essere
quella di ripercorrere stanza per stanza
la nostra casa, tenendo presente questo
aspetto e considerando che gli ambienti
più a rischio sono la cucina e il bagno. Ma
anche gli altri ambienti possono nascondere
insidie.
Per esempio, un farmaco
che usiamo spesso e che per questo teniamo
nel cassetto del comodino, in camera
da letto, anziché nell’armadietto dei medicinali
insieme agli altri.
Per i bimbi più
grandicelli c’è un’altra cosa importante
che possiamo fare. Sulle confezioni dei
prodotti che possono essere nocivi sono
ben visibili dei simboli che avvertono
del pericolo.
Insegniamo anche ai nostri
bambini a riconoscerli e spieghiamo loro il significato, in modo che sappiano identificare anche da soli le sostanze da cui è
meglio tenersi lontani».
- Che cosa fare se ci si accorge, o si
sospetta, che il bambino abbia ingerito
qualcosa di pericoloso?
«Innanzitutto, è importante non perdere
il controllo della situazione e acquisire
il più rapidamente possibile alcune
informazioni: come si presenta il bambino
(piange disperatamente? Ha vomitato?
Ha gli occhi rossi? Tossisce? Il suo
alito odora del prodotto ingerito?); dove
è accaduto il fatto (ci sono altri bambini
a cui si può chiedere informazioni
o che presentano gli stessi sintomi?); di
quale sostanza o prodotto si tratta (possiamo
supporre quanto ne abbia assunto?
Quanto ce n’era prima? Quanto ne è
rimasto?); per quanto tempo il bambino
è rimasto solo.
Con queste informazioni,
e tenendo sotto mano la confezione
del prodotto per poter riferire al medico
esattamente qual è il nome commerciale
e qual è il suo utilizzo, è opportuno
telefonare subito a un Centro antiveleni.
Non bisogna, invece, cercare di far vomitare
il bambino (se il prodotto ingerito
è schiumogeno, la schiuma potrebbe
passare nei polmoni, soff ocandolo), né
somministrare latte (con certe sostanze,
come i solventi, il latte favorisce l’assorbimento)
o altre bevande».
- Ci sono antidoti che si possono tenere
in casa, in modo da averli subito
a disposizione per un’eventuale
emergenza?
«È bene ricordare che non esiste un antidoto
universale. Comunque, per trovarsi
preparati in caso di ermergenza, nell’armadietto
dei medicinali possiamo tenere
del simeticone in gocce, un farmaco che
impedisce lo sviluppo della schiuma (utile,
quindi, nel caso in cui il piccolo abbia
ingerito detersivi), e del carbone attivato
in polvere, che, come una carta assorbente,
lega a sé i prodotti tossici. Il simeticone
va ingerito senza acqua; il carbone attivato
deve essere diluito in acqua e bevuto a
piccoli sorsi. La cosa migliore, tuttavia, è
consultare sempre il medico del Centro
antiveleni, che valuterà l’opportunità o
meno di farli assumere al bambino».
Consigli per evitare problemi
-
1. Non travasare alcun prodotto
chimico in bottiglie di acqua minerale,
bibite o latte: è facile dimenticarsene
o confondersi.
- 2. Non trasferire i farmaci dalle
confezioni originali ai portapillole:
il bambino potrebbe scambiarli
per caramelle.
- 3. Non manomettere le chiusure
di sicurezza delle confezioni: hanno
lo scopo di impedire al bambino
di arrivare al prodotto.
- 4. Insegnare bambino, fin
da piccolo, a riconoscere i simboli
di pericolo sulle confezioni.
I centri di eccellenza in Italia a cui rivolgersi
MILANO
Ospedale Niguarda Ca’ Granda,
tel. 02/66.10.10.29.
PAVIA
Centro nazionale di informazione
tossicologica, tel. 0382/24.444
BERGAMO
Azienda ospedaliera Papa Giovanni
XXIII, numero verde 800.883.300.
FIRENZE
Azienda ospedaliera Careggi,
tel. 055/79.47.819.
ROMA
Policlinico Gemelli, tel. 06/30.54.343
Policlinico Umberto I,
tel. 06/49.97.80.00.
NAPOLI
Ospedali riuniti Cardarelli,
tel. 081/74.72.87.00.81.
FOGGIA
Azienda ospedaliera universitaria,
tel. 0881/73.23.26.