Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 09 ottobre 2024
 
L'omelia del papa
 

Come Gesù, i fratelli soffrono per le guerre e il terrorismo

09/04/2017  Papa Francesco ricorda che il Gesù osannato dalle folle è lo stesso che viene crocifisso. Lo stesso che ha messo in guardia i suoi discepoli: la via della risurrezione passa per la croce

C’è l’eco dell’attentato in Egitto nelle parole di papa Francesco. Della bomba esplosa nella chiesa copta ortodossa, nella zona del delta del Nilo, a Nord del Cairo. Almeno 25 i morti, ma il bilancio non è ancora definitivo, nella domenica delle palme e nel Paese dove Bergoglio si recherà a fine mese. «Gesù è presente in tanti nostri fratelli e sorelle  che soffrono a causa delle guerre e del terrorismo, a causa degli interessi che muovono le armi e le fanno colpire. Uomini e donne ingannati, violati nella loro dignità, scartati… Gesù è in loro, in ognuno di loro, e con quel volto sfigurato, con quella voce rotta chiede di essere guardato, di essere riconosciuto, di essere amato».

In una piazza San Pietro affollata, abbellita dagli ulivi e dalle piante provenienti dai giardini vaticani, con i giovani di Panama che attendono il passaggio della croce dai coetanei polacchi per cominciare il pellegrinaggio che prepara la prossima giornata mondiale della gioventù, papa Francesco ricorda quanti «oggi patiscono sofferenze come Lui: soffrono per un lavoro da schiavi, soffrono per i drammi familiari, per le malattie…». D’altra parte non è un percorso facile quello dei cristiani. «Lui lo aveva detto chiaramente ai suoi discepoli», sottolinea Francesco, «”Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Non ha mai promesso onori e successi. I Vangeli parlano chiaro. Ha sempre avvertito i suoi amici che la sua strada era quella, e che la vittoria finale sarebbe passata attraverso la passione e la croce. E anche per noi vale lo stesso. Per seguire fedelmente Gesù, chiediamo la grazia di farlo non a parole ma nei fatti, e di avere la pazienza di sopportare la nostra croce: di non rifiutarla, non buttarla via, ma, guardando Lui, accettarla e portarla, giorno per giorno».

Fra il Gesù che viene accolto trionfalmente in Gerusalemme e quello che viene crocifisso non c’è differenza. Per questo «mentre dunque anche noi facciamo festa al nostro Re, pensiamo alle sofferenze che Lui dovrà patire in questa Settimana. Pensiamo alle calunnie, agli oltraggi, ai tranelli, ai tradimenti, all’abbandono, al giudizio iniquo, alle percosse, ai flagelli, alla corona di spine…, e infine alla via crucis, fino alla crocifissione».

«Non è un altro Gesù», conclude il Papa, «è lo stesso che è entrato in Gerusalemme tra lo sventolare di rami di palma e di ulivo. È lo stesso che è stato inchiodato alla croce ed è morto tra due malfattori. Non abbiamo altro Signore all’infuori di Lui: Gesù, umile Re di giustizia, di misericordia e di pace».

Multimedia
Il Papa in Egitto, l'incontro con al-Sisi e l'abbraccio con il Grande Imam
Correlati
I vostri commenti
47

Stai visualizzando  dei 47 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo