Un ambiente gradevole, pulito
e ordinato migliora l’umore
di chi vi soggiorna, regalando
un generale senso di benessere:
la regola vale soprattutto nelle
case di riposo, dove le strutture devono
essere in grado di sostituire senza traumi
tutti i ricordi, le abitudini e gli standard
di vita che il paziente è costretto a
lasciare nella sua vecchia casa.
«Fra gli aspetti più difficili nel passaggio
dall’ambiente domestico a quello
comunitario ci sono gli odori fastidiosi,
che possono compromettere un
buon inserimento dell’anziano e la successiva
permanenza», spiega il dottor
Michele Fiorini, medico della struttura
Residenza Caterina di Ferrara (www.residenzacaterina.
it). «Molti degli ospiti soffrorono di incontinenza, sia urinaria
che fecale, ed è inevitabile che queste
patologie niscano per incidere sulla
qualità dell’aria: eccetto per i brevi periodi
della giornata in cui vengono rinfrescate
le stanze, le finestre sono normalmente
tenute chiuse, d’inverno per
una questione di temperatura, d’estate
per non compromettere la buona funzionalità
dei condizionatori. Occorre dunque una costante sanificazione degli
ambienti per neutralizzare tutte le
esalazioni sgradevoli che possono formarsi
da un’elevata presenza umana».
Un problema da superare
Non a caso, soprattutto per chi conserva
una piena lucidità, l’incontinenza
rappresenta un forte motivo di angoscia,
tensione e talvolta isolamento, dovuto
al timore di non poter controllare
la vescica. «Ecco allora che una buona
struttura non deve limitarsi al monitoraggio
delle condizioni siche del paziente,
ma investire anche su queste
problematiche di carattere psicologico,
relazionale e culturale», sottolinea
Fiorini. «Utilizzare prodotti speci ci in
grado di disgregare il residuo organico
e inorganico dalle super ci è importante
non solo per i degenti, ma anche per
i loro parenti, che vengono rasserenati
sul comfort vissuto dai loro cari, oltre
che ovviamente per gli operatori».
Fra le soluzioni presenti sul mercato
c’è il progetto Ons (Odor neutralizing
system), un innovativo sistema messo
a punto dall’azienda italiana È così, in
collaborazione con la società Archimede
R&D e l’Università degli studi di Bologna,
che sfrutta alcuni agenti naturali
capaci di rimuovere facilmente gli
addensamenti responsabili degli odori
sgradevoli conferendo una salubrità
completa e persistente agli ambienti.
Il metodo agisce sia nei punti critici
(servizi igienici, wc, lavelli, traverse
e materassi antidecubito) sia nelle aree
più ampie, come camere di degenza e
corridoi, con risultati eccellenti già dopo
il primo intervento.
Maggiore sicurezza
Oltre a migliorare la qualità dell’aria, il sistema
agisce di riflesso sulla carica batterica
che sviluppa le “molecole odorigene”
e che – negli ambienti comunitari, come le
case di cura e di riposo – può favorire, tra
l’altro, il rischio di patologie e infezioni fra
individui che, come gli anziani, sono altamente
sensibili a contrarle.
«La prevenzione di complicanze fra i
pazienti ricoverati, di solito fragili e non
autosufficienti, è un ulteriore obiettivo
della disinfezione a cui vengono sottoposti
arredi, super ci, attrezzature, letti,
materassi e ambienti in generale», annota
Fiorini. «L’attenzione a questo aspetto deve
rappresentare uno dei requisiti in base
ai quali scegliere una struttura piuttosto
che un’altra: il ricovero di un famigliare
presso una casa di riposo, infatti, non
deve essere vissuto come un abbandono,
ma piuttosto come un’opportunità per il
proprio caro, valutata però a 360 gradi e
in tutti i suoi aspetti».
Oltre alla pulizia degli ambienti, va
considerata soprattutto la professionalità
del centro, che deve assicurare un
approccio multidisciplinare (con la presenza
integrata di medici, infermieri,
operatori socio-sanitari, sioterapisti,
psicologi, animatori) e la costruzione di
un programma assistenziale personalizzato,
che comprenda assistenza sanitaria
e tutelare, ma anche ginnastica riabilitativa,
rieducazione neuromotoria, attività
di socializzazione e animazione, piccole
uscite di gruppo, menù soddisfacenti e
personalizzati nel rispetto delle tradizioni
della propria terra.
«Altrettanto importante è il rapporto
umano e affettivo con il personale, perché
l’anziano deve potersi sentire a casa con
gli interlocutori al suo servizio: una buona
struttura, infatti, può senz’altro diventare
la soluzione preferenziale rispetto a un’esistenza
solitaria, trascorsa davanti alla
Tv o magari in compagnia di una badante
con cui la situazione è conflittuale. L’utenza
più debole merita un benessere completo
e un’assoluta dedizione».