Cosa rispondere a chi dice che Dio non esiste
perché non può essere così ingiusto da lasciar
morire un bambino di tumore?
Paolo C.
Il dolore innocente è la sfida più profonda
alla fede e alla ragione che indicano
all’origine dell’universo e dell’uomo
la volontà di un Dio sommamente buono.
Ma l’universo in quanto limitato ha
in sé la possibilità di catastrofi naturali,
che non è possibile ricondurre all’azione
colpevole dell’uomo. Né risulterebbe
credibile un Dio che intervenisse in ogni circostanza
a evitare il corso degli eventi e a modificarlo
quando risulti tragico e devastante, mentre
mi sembra affidabile un Dio che prende su
di sé il dolore del mondo e nel dono del suo Figlio,
crocifisso e risorto, lo redime. Nell’ipotesi
della non esistenza di un tale Dio, la realtà rimarrebbe
consegnata all’assurdità della non
redenzione e non avremmo alcuna ragione per
ritenere che la vita valga la pena di essere vissuta.
La fede cristiana ci sostiene nella speranza
che, in modo misterioso ma reale, le lacrime e
le sofferenze degli innocenti non sono inutili
né assurde.Ma questo richiede che andiamo oltre
una visione mondana e spostiamo l’attenzione
verso una vita ultraterrena quale quella
che la risurrezione del Signore propone alla nostra
fede, mentre impegna la nostra carità a farci
carico, come lui, delle sofferenze altrui per alleviarle
per quanto possibile.