«Quando ero bambina, io e le mie tre sorelle andavamo a scuola, facevamo i compiti sotto la guida di mia madre che non lavorava, facevamo una vita molto normale, poiché mio padre era un uomo schivo e poco mondano, perciò noi non abbiamo vissuto la vita del cinema come altri figli d’arte, e solo raramente andavamo sul set dove ho conosciuto, per esempio, Alberto Sordi e Claudia Cardinale».
Sembra impossibile pensare a una vita normale quando a parlare è Cristiana Comencini che inizia a raccontare la sua infanzia di fianco a un maestro del cinema, l’indimenticabile Luigi Comencini, che ha diretto Totò, Sordi, De Sica, Gassman, Manfredi, Mastroianni, Tognazzi, Lollobrigida, Koscina, Cardinale e Mangano, Vitti, regista e sceneggiatore anche dei televisivi Le avventure di Pinocchio con Nino Manfredi e Cuore con Johnny Dorelli.
Sposato con la principessa Giulia Grifeo di Partanna, Luigi ha avuto quatto figlie che oggi hanno tutte lo spettacolo nel sangue: la regista, scrittrice e sceneggiatrice Cristina, Francesca anche lei regista e sceneggiatrice, Paola, architetto e scenografa che lavora spesso con Cristina, ed Eleonora, direttore di produzione anche nei telegiornali.
«Noi sorelle ruotiamo in modo diverso attorno a un mondo che è comune e cerchiamo di mantenere ognuna la propria autonomia - prosegue Cristina - ma siamo molto legate e spesso ci confrontiamo e lavoriamo insieme, per esempio con Paola lavoro anche ora per la commedia teatrale La scena».
Sembra naturale pertanto che, già da ragazze, si siano avvicinate al cinema, anche se come racconta Cristina «noi vedevamo il cinema attraverso gli sceneggiatori, non gli attori poiché, quando tornavamo da scuola, sentivamo i discorsi di mio padre con i suoi collaboratori, assistevamo alla scrittura dei film, non tanto alla riprese video, proprio perché mio padre non amava portarci sul set. Nella sua stanza a casa nostra riceveva i suoi cinque o sei collaboratori e tra loro ho conosciuto una donna eccezionale, Suso Cecchi D’Amico - sceneggiatrice, tra gli altri, di Visconti, Antonioni, Rosi - con cui poi io giovanissima ho lavorato per la sceneggiatura di Cuore di De Amicis e di La storia tratto dal romanzo di Elsa Morante con la regia di mio padre. Infatti la mia passione principale è la scrittura: ho scritto racconti, romanzi e poi sceneggiature di film. Oggi potrei non dirigere un film o uno spettacolo teatrale, se trovassi un bravo regista, ma non potrei mai non scrivere, anche perché l’altra mia maestra è stata Natalia Ginzburg che mi ha incoraggiato quando ha letto il mio primo romanzo».
Oggi Cristina Comencini è riuscita ad unire le sue passioni, infatti
scrive romanzi, testi teatrali e li dirige al cinema o sulla scena come
La bestia nel cuore, che è diventato un film pluripremiato, interpretato
da Luigi Lo Cascio e Giovanna Mezzogiorno; Quando la notte, film con
Filippo Timi e Claudia Pandolfi; Due partite, recitato da quattro donne
che, incontrandosi settimanalmente raccontano i cambiamenti di
trent’anni di storia, diventato prima uno spettacolo teatrale e poi un
film.
In questi giorni debutta al Teatro Manzoni di Milano, con Angela
Finocchiaro, Maria Amelia Monti e Stefano Annoni, La scena, una sua
commedia sul modo differente in cui due amiche reagiscono alla
solitudine: «Ho scritto La scena un anno e mezzo fa - prosegue la
Comencini - poi ci è voluto tempo per trovare le attrici adatte. La
Finocchiaro e la Monti sono anche amiche tra loro quindi avevano la
giusta intimità, che il mio testo richiedeva; entrambe le protagoniste
sono sole, una ha due figli, anche se il suo matrimonio è naufragato,
mentre l’altra ha perso un bambino e da allora ha rinunciato alla
possibilità di amare e, facendo l’attrice, si accontenta di vivere
l’amore attraverso i personaggi interpretati. Quando irrompe nelle loro
vite un ragazzo, le due amiche si coalizzano per impartirgli una sorta
di educazione sentimentale sulla maniera di trattare una donna, mentre
lui spiega loro come gli uomini di oggi si sentano spiazzati da tanta
aggressività femminile».
La Comencini spesso lavora con attrici donne e commenta: «Quando lavoro
con le donne c’è un’affinità di esperienze maggiore anche se, poiché ho
un marito da 36 anni e dei figli maschi, conosco bene il mondo maschile
con il quale mi piace confrontarmi, ma con le donne basta un cenno per
capirsi a fondo, come con mia figlia, poiché la solidarietà femminile
aiuta nella vita quotidiana».
E una donna regista oggi come viene considerata?
«Mentre nella letteratura ci sono oramai due secoli di grandi scrittrici
universalmente riconosciute, nelle altre arti è ancora tutto da
costruire, pur avendo le donne una ricchezza enorme da proporre. La
regia per esempio è un lavoro di direzione, per cui è ancora difficile
farsi accettare: per la letteratura le donne scrivono in casa, quindi la
scrittura si lega a una tradizione di lavoro in ambito domestico,
mentre una donna sul set, che comanda un grande gruppo umano di 50-60
persone è ancora vista con pregiudizio. Ci vuole tempo perché il cinema
diventi nella mente delle persone un campo dell’arte congeniale anche
alle donne. Lo stesso accade per il teatro e per l’opera anche se oggi
in Italia iniziano ad esserci registe donne apprezzate come Emma Dante.
Ci sono sempre delle resistenze al lavoro delle donne negli ambiti
direzionali, ma la nostra partecipazione al mondo dell’arte è
inevitabile, quindi prima o poi avverrà senza riserve».
Dove & quando
LA SCENA di Cristina Comencini. Con Angela Finocchiaro, Maria Amelia
Monti e Stefano Annoni. Regia di Cristina Comencini. Scene di Paola
Comencini. Prodotto da Compagnia Enfi Teatro, produzione di Michele
Gentile.
Al Teatro Manzoni di Milano dal 7 al 24 novembre, al Politeama di Genova
dal 5 al 7 dicembre, al Teatro Rossetti di Trieste dall’ 8 al 12
gennaio 2014. Info: Teatro Manzoni, via Manzoni 42, tel. 02.763.69.01,
www.teatromanzoni.it