La sonda spaziale Rosetta dell'Agenzia spaziale europea (Reuters).
Il momento è arrivato. E' il 20 gennaio 2014 ed oggi, alle ore 10, suonerà la sveglia più importante in tutto lo spazio. Il suo scopo? Destare Rosetta dal suo lungo sonno. Rosetta è costata un miliardo di euro e pesa circa 3 tonnellate. E' una bellissima sonda spaziale che rappresenta una primizia assoluta ed è stata costruita dall'Esa, l'Agenzia spaziale europea. Di questo progetto che ci sta per portare direttamente sopra una cometa, l'Italia insieme alla Germania e alla Francia, è uno degli autori più importanti. Suo, nostro, ad esempio, è il trapano di bordo che servirà nell'esplorazione.
Ecco come la computer grafica immagina l'avvicinamento di "Rosetta" sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.
Non è un caso se le è stato dato il nome della stele con cui vennero
decifrati i geroglifici egizi. Come la stele, la sonda dovrà svelarci
segreti molto ben custoditi sui misteri che circondano le origini del
nostro sistema solare. Per farlo darà la caccia ad una cometa dal nome
impronunciabile, si tratta della 67P/Churyumov-Gerasimenko come i due
scopritori, due astrofisici di Alma Ata. Dal suo lancio, avvenuto con
un razzo Ariane, il 2 marzo 2004, Rosetta ha carambolato più volte
all'interno del Sistema solare tra l'orbita di Marte e quella della
Terra per riceverne le opportune spinte gravitazionali fino ad arrivare
oltre l'orbita di Giove dove è stata ibernata con le antenne rivolte
verso il Sole. Gli unici motori rimasti accesi sono quelli dei computer
e del riscaldamento (per risparmiare energia dato che siamo così
lontani dall'astro), tutto il resto è stato spento.
E così, trentun mesi dopo, la sonda, ormai distante dal Sole 673
milioni di chilometri, dovrebbe avere l'energia necessaria per mettere
di nuovo in funzione la navetta spaziale. Rosetta, è tempo di
svegliarsi!!! Il suo motore dovrebbe incominciare a scaldarsi in modo
che nel giro di 6 ore i suoi computer siano in grado di riprendere i
contatti con il nostro pianeta, vale a dire di accendere i
trasmettitori puntando verso le antenne di Terra in modo da poter
spedire i suoi segnali che, data la grande distanza di oltre gli 807
milioni di chilometri, arriveranno a noi dopo 45 minuti. Intendiamoci,
le grandi antenne in attesa in California, in Australia e altrove,
incominceranno a decodificarli verso le 17,30. A quel punto, solo a
quel punto, sapremo se Rosetta funziona ancora.
Un'altra immagine ricostruita con la computer grafica che prefigura l'atterraggio del lander Philae, dopo essersi staccato dalla sonda spaziale Rosetta, sulla cometa Churyumov-Gerasimenko.
E saremo solo all'inizio. Il tutto è in preparazioni di una delle più
grandi feste mai organizzate nella storia dell'esplorazione spaziale.
Rosetta sarà su di un'orbita che la porterà sempre più vicino a quella
palla di neve sporca, ghiaccio e materiali organici che è la cometa 67P/
Churyumov-Gerasimenko.
Intendiamoci, tutte le comete sono come questa formate da quanto
rimasto durante la nascita del sistema solare che è avvenuta circa 4
miliardi e mezzo di anni fa. Capire come sono davvero fatte, la direbbe
lunga sulle nostre origini. Il problema è che le comete sono oggetti
davvero bizzarri. La maggior parte taglia il sistema solare, si dissolve
per il calore dell'astro, oppure scompare nelle profondità degli spazi.
Poche- ad esempio la celebre cometa di Halley- hanno un andamento
periodico. Pochissime-ad esempio questa scoperta dai due
kazaki-posseggono un'orbita stabile intorno al Sole. E Rosetta, più che
intercettarla, le si avvicinerà di soppiatto dopo una serie di manovre
complicatissime. Il prossimo agosto la circumnavigherà in modo da
disegnarne la mappa per poi decidere il luogo dell'atterraggio e del
relativo carotaggio che avverrà in novembre. A quel punto potrà
finalmente farvi scendere il lander chiamato Philae come l'isola del
Nilo in cui venne rinvenuto la stele omonima.
Uno dei problemi è che la cometa, essendo piccolina, esercita anche una
minima attrazione gravitazionale sicchè Philae dovrà essere agganciato
al corpo celeste con dei rostri. A quel punto entrerà in azione il
trapano italiano che perforerà la superficie della cometa. Made in Italy
sono pure il forno, il porta campioni, i pannelli solari. Tutto,
naturalmente, è miniaturizzato.
Ogni passo verrà tenuto sotto controllo dalla stazione Esa di Darmstadt
in Germania dove nessuno dorme sonni tranquilli: in che stato sono tutte
le apparecchiature? Sosterranno davvero l'impatto con i misteri della
cometa? E la cometa stessa con le sue superfici ghiacciate e volatili
reggerà o verrà cotta dall'impatto fino a trasformarsi in una sorta di
grumo d'asfalto? Sono tutti lì, gli scienziati-moltissimi gli
italiani-divorati dall'ansia e controllati da decine di giornalisti.
Ansia ben giustificata, visto che questa sarà la prima volta che gli
uomini toccano una cometa.