Cari amici lettori, domenica 28 maggio, solennità dell’Ascensione, la Chiesa ci invita a pregare e riflettere sulle comunicazioni sociali, di cui si celebra la Giornata mondiale. È una realtà fondamentale della nostra vita. Infatti, il nostro mondo è caratterizzato dalla comunicazione sociale, così chiamata per distinguerla dalle strade e dai mezzi che ci permettono di spostarci da un posto all’altro.
La comunicazione sociale è un altro tipo di via: ci mette in dialogo gli uni con gli altri attraverso la stampa, il cinema, la radio, la tv, internet e tutti i mezzi digitali. Per i Paolini, la congregazione cui appartengo, annunciare il Vangelo nel mondo della comunicazione è il cuore della missione, del servizio che siamo chiamati a svolgere nella Chiesa.
Quest’anno, il tema che il Papa ha assegnato per la Giornata è molto attuale: «Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo». E davvero c’è tanto bisogno di ritrovare tutto questo, immersi come siamo in tanti problemi, personali e sociali, travolti dalle cattive notizie che ci prospettano una realtà dove solo la violenza, l’odio, la guerra, la morte sembrano esistere. Invece c’è tanto bene nel mondo, c’è tanta bontà nel cuore delle persone. Si tratta solo di farli emergere. Con la nostra rivista, Credere, cerchiamo di metterlo in pratica ogni settimana, raccontando storie di fede che ci aiutino ad avere ancora fiducia in noi stessi, negli altri. A confidare nella grazia di Dio. Nel messaggio del Papa per la Giornata, c’è un passo che mi è piaciuto molto: Francesco ci invita a seguire sempre «la logica della “buona notizia”». Come spiega, «non si tratta di promuovere una disinformazione in cui sarebbe ignorato il dramma della sofferenza, né di scadere in un ottimismo ingenuo che non si lascia toccare dallo scandalo del male». Al contrario, è un invito a «oltrepassare quel sentimento di malumore e di rassegnazione che spesso ci afferra, gettandoci nell’apatia, ingenerando paure o l’impressione che al male non si possa porre limite».
Qual è, allora, la proposta? Cercare «uno stile comunicativo aperto e creativo, che non sia mai disposto a concedere al male un ruolo da protagonista, ma cerchi di mettere in luce le possibili soluzioni, ispirando un approccio propositivo e responsabile nelle persone».
Un tema, cari amici, su cui riflettere tutti e per cui pregare. Un aiuto per fare questo ci viene dal Festival della comunicazione, ideato da Paoline e Paolini, che quest’anno si tiene a Cesena, promosso dal settimanale della diocesi di Cesena-Sarsina, Corriere Cesenate, assieme all’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali (altre informazioni su http://2017.festivaldellacomunicazione.org).