Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 17 maggio 2025
 
 

Comunione ai risposati, la fretta di Friburgo

08/10/2013  Ciò che ha realmente affermato un documento della diocesi tedesca e quanto invece hanno scritto i mass media. Le reazioni vaticane.

Strappo, vento di riforma, nuovi passi coraggiosi. Con queste “appetitose” quanto ambigue espressioni, i giornali di oggi hanno commentato la circolare redatta dagli uffici della Diocesi di Friburgo (i cui contenuti sono stati diffusi ieri dal periodico tedesco Der Spiegel). Un documento indirizzato ai sacerdoti locali, ai quali si raccomanda calorosamente di accogliere e curare le ferite dei cattolici divorziati e risposati. E fin qui niente di nuovo. Ciò che invece ha destato molta attenzione e fin troppo clamore, banalizzando così il diretto riferimento alle parole di Papa Francesco, è stata l’introduzione di una particolare (e, a detta di molti quotidiani italiani, “innovativa”) pratica pastorale: la riammissione dei fedeli laici divorziati e risposati ai sacramenti, a partire dalla Comunione. Un’indicazione netta che ha spiazzato tutti, preoccupando non poco i diretti collaboratori del Pontefice.


Le ragioni della Curia di Friburgo, tuttavia, appaiono solide: «Vogliamo aprire una porta a chi ha alle spalle un matrimonio fallito, ha ricominciato un’altra vita sentimentale e vuole restare parte della comunità dei fedeli», ha dichiarato al settimanale amburghese padre Andreas Moehrle, incaricato della cura d’anime nell’arcidiocesi. «Da un lato», precisa il sacerdote, «dobbiamo prendere atto del fatto che queste persone si sentono escluse dalla Chiesa, e ne soffrono profondamente. Dall’altro dobbiamo tenere conto della dottrina e del diritto canonico». Parole sacrosante, certo. Ma, di fatto, tradotte in una decisione senza precedenti, soprattutto per l’ingombrante assenza di approvazione da parte della Santa Sede. Per dirla tutta, anche slegate dall’ultima riunione della Conferenza episcopale tedesca, dove l’arcivescovo Robert Zollitsch aveva sì affermato che i divorziati risposati «appartengono alla Chiesa» e che per essi occorre trovare soluzioni adeguate nel più vasto ambito ecclesiastico, ma non alludeva un provvedimento di tal fatta.  

Inutile ricordare il roboante tam tam mediatico scatenatosi dopo la pubblicazione della circolare. La stampa ha colto la palla al balzo per dirigere l’attenzione pubblica su un tema scottante, che alimenta la sofferenza di moltissimi fedeli ed esaspera i dibattiti teologici interni alla stessa Chiesa. Dove attenzioni pastorali più miti sono state da più parti invocate. Variegate e frammentate, inoltre, le posizioni che si registrano nel web, poco inclini al rispetto reciproco o a uno scambio fruttuoso. Un fuoco che si nutre di continua ambiguità, dunque, ma anche di tanta ignoranza.  

Le reazioni del Vaticano non si sono fatte attendere. Ha iniziato padre Ciro Benedettini, numero due dalla sala stampa vaticana, che ha invitato a leggere il documento della diocesi di Friburgo con grande cautela: «Non ci risulta sia stato avallato dall’amministratore apostolico della diocesi, nonché capo della conferenza episcopale tedesca, Robert Zollitsch. È un’iniziativa autonoma di un ufficio interno della diocesi». Poi, verso le 13.45 di quest’oggi, è stato il turno del portavoce della Sala Stampa Vaticana, Padre Federico Lombardi: «Non cambia nulla, non c’è nessuna novità per i divorziati risposati: il documento proviene infatti da un ufficio pastorale locale e non investe la responsabilità del vescovo». Ecco perché l’iniziativa tedesca può essere definita semplicemente come «una fuga in avanti, che non è ufficialmente espressione dell’autorità diocesana».  

«Mi pare un pessimo servizio mettere in campo aperture dottrinali importanti sulla base di parole di Francesco messe fuori del loro contesto. Il Papa ha detto che occorre ripensare la disciplina anche nel merito della norma circa i divorziati risposati, e non che allora fa lo stesso, “primo” o “secondo” matrimonio che sia», ha puntualizzato un grande teologo italiano, Gianni Gennari, negli anni Settanta docente di teologia morale alla Lateranense.  Di certo, la situazione dei cattolici divorziati risposati è complessa, sia dal punto di vista umano sia da quello teologico-sacramentale. Tra un anno, si esprimeranno i vescovi, riuniti in Sinodo.

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo