«Favorire il cambiamento della guida a cui siamo chiamati dal Santo Padre» nella «libertà che tale processo richiede». È quanto scrive in una lettera don Julián Carrón annunciando così di lasciare la guida della Fraternità di Comunione e Liberazione che ha accompagnato per oltre dieci anni, dopo la morte del fondatore don Luigi Giussani avvenuta nel 2005. Don Carrón, sacerdote spagnolo di 71 anni, parla di «un momento delicato della vita del movimento» e motiva la sua scelta nel rispetto del Decreto Generale “Le associazioni di fedeli”, che disciplina l’esercizio del governo nelle associazioni internazionali di fedeli, promulgato su decisione di papa Francesco dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ed entrato in vigore l’11 settembre 2021.
Il Decreto prevede che il mandato sia pari a 5 anni e che la stessa persona può ricoprire “un incarico nell’organo centrale di governo a livello internazionale per un periodo massimo di dieci anni”. In caso si presenti una situazione di questo tipo, il Decreto stabilisce che si provveda a “nuove elezioni entro e non oltre ventiquattro mesi” dalla entrata in vigore dello stesso Decreto. Nel settembre scorso, inoltre, papa Francesco aveva commissariato l'associazione laicale di Cl, i Memores Domini, di cui lo stesso Carron era consigliere ecclesiastico.
Il successore di don Giussani, che nel corso degli anni ha traghettato Cl verso posizioni meno esposte politicamente rispetto al passato, superando anche polemiche e scandali che hanno interessato suoi appartenenti, scrive: «Vi auguro di vivere questa circostanza come occasione di crescita della vostra autocoscienza ecclesiale, per poter continuare a testimoniare la grazia del carisma donato dallo Spirito Santo a don Giussani, che rende Cristo una presenza reale, persuasiva e determinante, che ci ha investito e trascinato dentro un flusso di vita nuova, per noi e per il mondo intero».
Poi Carrón invita «ad assumersi in prima persona la responsabilità del carisma. È stato un onore per me – si legge nella lettera - esercitare questo servizio per anni, un onore che mi riempie di umiliazione per i miei limiti e se ho mancato nei confronti di qualcuno di voi». Poi il ringraziamento per «il dono della compagnia di cui – scrive - ho potuto godere, davanti allo spettacolo della vostra testimonianza quotidiana, da cui ho imparato costantemente e da cui voglio continuare a imparare».
Le nuove elezioni per la presidenza dovranno aver luogo entro 24 mesi dall'entrata in vigore del Decreto vaticano, quindi non oltre l'11 settembre 2023.