La copertina del primo numero di Famiglia Cristiana del 2016 dedicato a Giovanna Cavazzoni, scelto come italiano dell'anno dalla redazione.
L’italiano dell’anno 2015, che si aggiunge alla galleria dei personaggi scelti da Famiglia Cristiana a partire dal 2009, così come questo “numero speciale” che include il riepilogo dei fatti salienti che hanno caratterizzato i mesi appena trascorsi, sono nel segno della misericordia. Abbiamo voluto sintonizzarci, anche in questa circostanza, con il Magistero di papa Francesco che, fin dall’inizio del suo pontificato, ha messo al centro della Chiesa il Vangelo e l’attenzione verso i più poveri ed emarginati, quelli che la “società dello scarto” colloca nelle periferie sia geografiche sia esistenziali.
«Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri», disse Francesco appena eletto, scegliendo per sé il nome del santo di Assisi. E a inizio di dicembre scorso, in un mondo lacerato da violenze, terrorismo e guerre, con esodi
di milioni di persone che fuggono da persecuzioni e morte certa, il Papa ha indetto un Giubileo straordinario della misericordia, per invocare perdono e riconciliazione tra gli uomini. «Se vuoi trovare Dio», ha detto Francesco, «cercalo nell’umiltà, cercalo nella povertà. Cercalo dove lui è nascosto, tra i più bisognosi, tra i malati, gli affamati, i carcerati». Perché, ha aggiunto: «Ero affamato e mi hai dato da mangiare, ero ammalato, ero in carcere e sei venuto a trovarmi: questo apre le porte del Cielo».
Una vita intera vissuta accanto ai malati, l’aver fondato il Vidas che, ogni anno, assiste gratuitamente quasi duemila persone a Milano e provincia, in casa e nell’hospice, hanno “aperto le porte” della nostra redazione, che ha scelto come “italiano dell’anno” Giovanna Cavazzoni, ottantaquattro anni, un modello di cristiana solidarietà, che trova la massima espressione nel segno delle opere di misericordia. Così, come l’evangelista Matteo ce le presenta (cap. 25, 31-46), nel racconto del giudizio universale. Saremo benedetti dal Padre e accolti nel suo Regno perché avremo dato da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, accolto i forestieri, vestito chi era nudo, visitato i malati e i carcerati. Non per altro. Buon Anno