«Lo stile di Bergoglio è quello acquisito nella sua missione episcopale in terra Argentina: occuparsi direttamente dei problemi e quindi avere uno stile comunicativo che risente di quest’immediatezza nell’approccio alle varie questioni. Non a caso, nell’intervista rilasciata a La Civiltà Cattolica spiega che lui, da provinciale dei gesuiti, tendeva a prendere le decisioni subito».
È la riflessione di Enrico Mentana, direttore del Tg de La 7, sullo stile comunicativo inaugurato da papa Francesco.
È un pontefice che sembra molto al passo con i ritmi della società moderna: telefona, twitta, scrive lettere, dà interviste. Che ne pensa?
«È evidente che c’è un'immediatezza, una tempestività nel suo modo di comunicare che non è solo immagine o marketing ma soprattutto comunicazione di decisioni prese, di impostazioni nuove, di aperture diverse. Questo cambia di molto la prospettiva. Abituati ad un Papa come Benedetto XVI che aveva uno stile di riflessione e di comunicazione più pacato, da studioso, la differenza si nota eccome. È altrettanto evidente, inoltre, la volontà di Bergoglio di insegnare subito cosa è giusto e cosa no, cosa va cambiato e cosa mantenuto, con una chiarezza che gli consente di utilizzare mezzi completamente differenti tra di loro: da Twitter alle interviste lunghe e articolate, dalla conferenza stampa in aereo alle lettere, dalle omelie e le udienze generali alle telefonate. È il Papa che, ad esempio, non si è sottratto alle domande più scottanti sull’attualità nel volo di ritorno da Rio de Janeiro. È un Papa che ricorre a tutte le situazioni in cui può far sentire la voce della Chiesa al più alto livello, sapendo di avere una particolare capacità comunicativa e che c’è un vuoto da riempire».
Sui temi etici, dall’aborto agli omosessuali al fine vita, è chiaro la dottrina della Chiesa non cambia. Il Papa, però, questo tema sembra affrontarlo anzitutto dal punto di vista comunicativo affermando: “Non possiamo parlare solo di questo”.
«Francesco è arrivato al pontificato in una situazione molto difficile per la Chiesa, sulla difensiva per gli scandali interni, i problemi, l’assenza di risposte sul alcuni temi come la differenza sessuale e la condizione delle donne. Il Papa si è imposto di parlare di queste cose direttamente, senza farne il centro della sua predicazione. In questo modo ha compiuto un passo avanti e ha disinnescato la pressione che c’era sulla Chiesa. Oggi si parla molto meno, ad esempio, dello scandalo della pedofilia nel clero. Accentrando l’attenzione su se stesso, il Papa chiede fiducia per se e conseguentemente anche per la Chiesa. È chiaro che le posizioni sulla vita non cambiano ma ribadisce che non è possibile arroccarsi e che la Chiesa deve parlare a tutti e cercare di raggiungere ogni singola persona nella sua situazione specifica»