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giovedì 17 aprile 2025
 
Benvenuti a Trasquera
 

Con Ingrid nella scuola più piccola del mondo

12/12/2016  In un paese che si spopola la scuola è una speranza per chi decide di restare. E la si tiene aperta anche con una sola allieva. In attesa dei bambini che verranno

Tredici chilometri di tornanti che si inerpicano sulle montagne sopra Domodossola, e che in inverno si trasformano in un percorso a ostacoli tra neve e ghiaccio. E poi si arriva a Trasquera, un Comune a 1.100 metri di altitudine, 270 abitanti su un territorio di 40 chilometri quadrati, in cui il tempo sembra si sia fermato, tetti di pietra tra le Alpi Lepontine, a un passo dal conne con la Svizzera.
  
Da qui la gente se ne va, non c’è lavoro, pochi i servizi, ma c’è anche chi vuole restare. Per chi resiste, per le giovani coppie con figli, c’è una piccola speranza: la scuola, che resta aperta, malgrado tutto, anche se, come in quest’anno scolastico, c’è un solo alunno, Ingrid, quinta elementare. Ecco che quella di Trasquera può fregiarsi di fatto del titolo di scuola più piccola del mondo.
Si trova nello stesso edificio del Municipio, un’unica stanza a fianco del locale che ospita i bimbi dell’asilo, sette in tutto, da un piccolino di nove mesi ai due bambini di cinque anni che il prossimo anno andranno in prima elementare.

Il battagliero sindaco Arturo Lincio, al suo terzo mandato dopo una pausa tra i primi due, ribadisce con forza i motivi di questa scelta. «La decisione è frutto di una precisa volontà del Consiglio comunale, in accordo con i desideri delle famiglie. Garantire lo scuolabus con l’autista per far andare i bambini alla scuola di Varzo sarebbe stato più costoso che tenere aperta la scuola, che è a costo zero per lo Stato. Per fortuna abbiamo potuto avvalerci anche dei contributi regionali destinati alle scuole di montagna. Per noi la scuola è una priorità: serve a contrastare l’esodo, a far sentire viva la nostra comunità. E nei prossimi anni sono previsti nuovi ingressi, nel 2018 i bambini saranno 5, a cui se ne aggiungeranno altri 4 entro il 2020».

Facciamo un giro nel paese, dove c’è un solo negozio, un presidio medico, un bar ristorante e una sala multimediale che organizza percorsi didattici per le scuole. Poi ci sono due agriturismi, perché questo è un luogo turistico, nel Parco naturale Alpe Veglia.

Nella scuola, malgrado una sola alunna, ci sono tre insegnanti distribuiti per le 27 ore settimanali: oltre all’insegnante prevalente, Monica Egoli, che sale ogni giorno in auto da Varzo, ci sono le maestre di religione di inglese. Quella di Trasquera è una scuola tecnologica: è dotata di computer e di Lim, la lavagna multimediale. L’aula ha l’angolo della biblioteca, poster alle pareti, l’orario settimanale con i tre rientri pomeridiani, i banchi su cui negli anni scorsi sedevano più bambini, di diverse classi. «Noi non abbiamo nessuna sudditanza nei confronti delle scuole di città», continua il sindaco. «Che si preoccupino del bullismo e della violenza. Scuole come questa sono un esempio».

Ingrid è una bella bambina bionda con il suo grembiule blu, la divisa di tutte le scuole di queste zone: «Io sono contenta di venire qui anche se sono da sola», ci dice, «tanto al pomeriggio poi sto con le altre amiche più grandi di me che vanno alla scuola media. La scuola mi piace, sono brava soprattutto in matematica e scienze». E oltre allo studio? «Gioco con la mia amica Marika, ho il mio tablet e guardo la Tv: il mio programma preferito è “Alex & co”. E poi mi piace cucinare: da grande vorrei fare la cuoca o la pasticcera». E ci snocciola con la precisione di una chef veterana la ricetta dei panzerotti fritti. Durante la ricreazione Ingrid esce sul prato davanti alla scuola e gioca con i bimbi più piccoli, tra cui la sorellina di quattro anni.

Come sviluppare comunque la socializzazione in una situazione come questa? «Ci saranno gite con la scuola di Varzo», spiega la maestra Monica, «attività comuni in una palestra di Villadossola, collegamenti via Skype. E poi stiamo progettando iniziative aperte anche alla popolazione del paese: proiezione di documentari, lezioni di inglese. Così che la scuola sia una risorsa per tutti».
Alle 12.30 Ingrid va a casa: la mamma, che lavora in Municipio, è andata via prima con la bimba più piccola, e ha chiesto alla maestra di accompagnarla. Un legame speciale e stretto tra alunna e insegnante, fatto di quotidianità e complicità, ma soprattutto di tanto lavoro insieme

(Foto: Ansa)

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