Vi scrivo per parlarvi di mia figlia che ha 11 anni e che è sempre stata una bambina tranquilla e molto buona. Da qualche tempo è più silenziosa e non racconta più nulla. A cena mia moglie le chiede come è andata la giornata a scuola e cerca in ogni modo di farle raccontare, ma lei risponde a monosillabi. Ma è sempre attaccata al cellulare e a Facebook tanto che abbiamo dovuto dirle di non portarlo a tavola, altrimenti con una mano mangiava e con l’altra scriveva alle amiche. E questo è il punto. Quello che ci
preoccupa è che lei con loro parla in un modo, anche un po’ sfrontato, che non ci saremmo mai aspettati, parolacce, allusioni ai maschi e anche qualche foto che ci ha un po’ scandalizzato anche se non siamo dei vecchi barbogi... e qualche frase su di noi, soprattutto su sua madre, non solo di critica, ma anche di presa in giro. La mamma vorrebbe affrontarla e dice che le dobbiamo parlare insieme, ma io non so, non vorrei peggiorare le cose e provocare un rifiuto più serio. Anche perché, almeno per ora e incrociamo le dita, non mi pare che ci siano cose grosse di cui preoccuparsi.
ANDREA
Caro Andrea, se ho capito bene c’è un aspetto su cui sorvoli e che quindi mi pare che tu dia per scontato e cioè che voi leggete quel che la vostra ragazza scrive su Facebook se non anche nei messaggi del telefono. Immagino che ovviamente lo facciate di nascosto, il che – come ho già scritto in queste pagine più di una volta – secondo me è cosa che non si fa. Come un tempo le nostre madri non dovevano leggere le lettere o spiare le telefonate,
così anche oggi i figli non si spiano.
Si osservano, si frequentano (e su questo punto non c’è da fare ironia se si pensa agli
orari che molti genitori fanno per motivi di lavoro...) e soprattutto, come insegnava
l’amato cardinale Martini, si “vigila”.
Ma spiare non mi pare proprio il caso
e tantomeno affrontare, come vorrebbe fare tua moglie, la figlia sulla base di
questi ritrovamenti degni di un detective.
Vostra figlia si esprime in modo diverso con voi e con gli amici? Ma scusa Andrea, tu
invece eri lo stesso con mamma e papà e con i tuoi coetanei? Prova a fare l’esercizio
che io ho imparato da tempo a mettere in pratica, per esempio chiedendoti se non ti
capitava di raccontare qualche episodio o millantare un’aria “da grande” per farsi
bello con i compagni. Potrai ricordare che forse anche tu provavi a presentare una faccia diversa quando eri adolescente. Perché questo è il punto: tua figlia è adolescente e quindi è silenziosa da una parte e sfrontata dall’altra, ironica e criticona con la madre (ma non illuderti: viene anche il tempo dei padri...) e interessata soprattutto agli amici. A parte
questo, tu stesso dici che non c’è nulla da preoccuparsi, perché se ci fosse ve ne
sareste accorti in ben altro modo, perché certe cose si sentono, senza bisogno di
spiare. Ben vengano dunque le regole (a tavola non si chatta...), ma la semina – ahimè – è molto più complicata e meno semplicistica di una caccia alla password.
RENATA MADERNA