Il premier Giuseppe Conte ha deciso. Il lockdown in Italia non sarà generalizzato ma seguirà un criterio graduale, regione per regione, distinguibile con dei colori: zona rossa (la più grave), poi arancione, con criticità medio alta e infine le aree più "morbide" definite con il colore giallo. In una conferenza stampa Conte ha spiegato i motivi di questa scelta, illustrando i contenuti del nuovo dpcm.
"Rispetto alle persone contagiate sale il numero degli asintomatici, diminuisce in percentuale il numero di persone ricoverate ma c'è l'alta probabilità che molte regioni superino le soglie delle terapie intensive e mediche. Se introducessimo misure uniche in tutta Italia produrremmo un duplice effetto negativo, non adottare misure veramente efficaci dove c'è maggior rischio e imporremo misure irragionevolmente restrittive dove la situazione è meno grave".
Nell'area gialla, con criticità moderata, rientrano Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Toscana, Molise, Marche, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Veneto e le province di Trento e Bolzano. Nell'area arancione, con criticità medio alta, ci sono Puglia e Sicilia. Le quattro regioni Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle D'Aosta rientrano nell'area rossa.
"Le ordinanze del ministro della Salute non saranno arbitrarie o discrezionali perché recepiranno l'esito del monitoraggio periodico effettuato congiuntamente con i rappresentanti delle Regioni", ha sottolineato. Ma va detto che la decisione ha scatenato l'ira dei governatori delle zone rosse, a cominciare da quello della Lombardia Fontana, che si sono sentiti discriminati e spesso l'esultanza, come ha fatto per il Veneto Zaia di chi era stato classificato in area gialla, quasi ci fossero primi della classe e meno bravi. Anche il governatore siciliano Musumeci si è lamentato, definando la decisione "assurda e irragionevole" che la sua regione sia stata messa in zona arancione.Il presidente della Calabria Spirlì ha fatto altrettanto, parlando di "rabbia e sgomento".
Quanto ai ristori, ovvero ai risarcimenti per i locali costretti a chiudere, Conte ha annunciato un decreto legge con effetto immediato già da stasera. Con che criteri? "Una volta condiviso l'impianto" delle misure restrittive "le conseguenze sono automatiche, perché basate su criteri predefiniti e oggettivi che sfuggono da qualsiasi contrattazione. Non si può negoziare o contrattare sulla pelle dei cittadini, non lo farà Speranza né i presidenti delle singole regioni, il contraddittorio ci sarà, perché le ordinanze vengono fatte sentito il presidente, ma non negoziato con il presidente". Conte ha parlato di un miliardo e mezzo, due miliardi di euro
"La scuola deve essere un presidio, quindi tra quelle misure il fatto di mandare in Dad degli studenti è un fatto che pesa molto al governo. E appena la curva rientrerà sotto controllo una delle prime misure sarà restituire la didattica in presenza a quanti più alunni possibili", ha detto ancora il premier.
"Se, all'esito delle misure", ha specificato Conte, "una Regione dovesse rientrare in condizioni di stabilità per 14 giorni, con rischio più basso, potrà essere assoggettata a un regime di misure meno restrittive, ce lo auguriamo tutti". Nelle zone rosse "è l'uscita di casa che va motivata ma in ogni caso, al di là del divieto, c'è sempre la raccomandazione nelle aree gialle di non andare in altre abitazioni dove ci sono non conviventi", ha aggiunto rispondendo ad una domanda sugli spostamenti nelle aree rosse.
E ora vediamo nel dettaglio le nuove misure a seconda delle aree.
REGIONI ROSSE.
Sono Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d'Aosta. Sono in vigore, da venerdì, le misure più restrittive previste dal Dpcm. L'uscita di casa va motivata, sono chiusi bar, ristoranti, negozi, la Dad è prevista dalla seconda media in poi. E' vietato spostarsi da un Comune all'altro, nonché uscire od entrare nella Regione. Torna l'autocertificazione anche per gli spostamenti all'interno di una città.
REGIONI ARANCIONI.
Sono Puglia e Sicilia. I ristoranti e e bar restano chiusi per tutta la giornata. I negozi restano aperti. La Dad è prevista solo alle superiori. La circolazione all'interno di un Comune è permessa ma non lo è abbandonare il proprio Comune di residenza, domicilio o abitazione. E' vietato entrare o uscire dalla Regione.
REGIONI GIALLE.
Sono Veneto e Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Sardegna, Marche, Molise, Abruzzo, Lazio, Campania, Basilicata. In queste Regioni vigono le misure restrittive più "morbide" previste dal Dpcm. In ristoranti e i bar sono aperti fino alle 18, i negozi restano aperti fino a orario di chiusura. I centri commerciali sono chiusi nei weekend. E' possibile spostarsi all'interno della Regione e da una Regione gialla all'altra.