Gli abbiamo tolto tutto: “play”, cellulare, tablet, calcio, amici. È stato recluso in casa per un mese. Ne combina troppe. A scuola ci hanno detto che se va avanti così verrà bocciato (è in terza media e ci sono gli esami quest’anno). Il mister del calcio lo ha sospeso dalle partite per il suo comportamento: non sta alle regole. In casa è scontroso e irascibile. Non se ne può più.
MARGHERITA E ANTONIO
— 31 gennaio: poche settimane fa abbiamo festeggiato san Giovanni Bosco, il santo educatore fondatore dei Salesiani. Sono particolarmente legato a questa ricorrenza. Mi rimanda ai ricordi di oltre 15 anni di insegnamento nelle scuole professionali e tecniche salesiane. Questa giornata era particolarmente attesa e viva: la sospensione delle lezioni, la Messa corale, i tornei, la grande estrazione della lotteria… Momenti di intensa carica emotiva e tempi di relazione più distesi e sereni con i ragazzi e con i colleghi. Tra le intuizioni pedagogiche di questo grande educatore, mi sono sempre piaciute quelle relative ai castighi. Don Bosco era particolarmente refrattario ai castighi, che riteneva da utilizzarsi solo in casi estremi, nei tempi e nei modi adeguati; senza emotività, ma con moderazione e lasciando sempre aperta la possibilità del perdono. Spesso con i genitori riflettiamo sull’opportunità dei castighi. A me sembra che funzionino poco, anzi, talvolta siano controproducenti. Suscitano in molti adolescenti reazioni rabbiose e di sfida. Un braccio di ferro alla fine senza vincitori. Piuttosto è meglio pensare a proibizioni o incombenze che nascano come naturale conseguenza delle azioni dei ragazzi e ci consentano di trascorrere del tempo insieme. Un figlio si mostra poco affidabile a scuola o con gli amici? Piuttosto che minacciare castighi, credo sia meglio mostrargli che, per ora, non ci si può fidare di lui. Che per il momento non gli si può permettere di fare ciò che fa ordinariamente, come uscire o prendere il motorino, perché non si è sicuri dei suoi comportamenti. Fino a che non riesce a ricuperare la nostra fiducia. Un figlio risulta poco ordinato nelle proprie cose? Deve sperimentarne gli effetti, ad esempio, non trovando in ordine l’abbigliamento o i materiali per lo sport. Oppure gli si può chiedere aiuto durante i lavori settimanali di pulizie e riordino della casa, o nella spesa settimanale, per allenarlo a una visione più ampia delle incombenze familiari. Per mostrargli concretamente che non è solo al mondo, ma fa parte di diverse comunità: la famiglia, la classe, la squadra. Ciascuna con i suoi vantaggi e i suoi obblighi.