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sabato 10 giugno 2023
 
 

Concistoro Medio Oriente: Prevenire nuovi genocidi

20/10/2014  Il Papa non si rassegna ad un Medio Oriente senza cristiani e denuncia il terrorismo. Poi il Rapporto di Parolin: no alla risposta militare e controllo delle fonti di finanziamento dell'Isis e del commercio illegale delle armi.

“Non possiamo rassegnarci a pensare al Medio Oriente senza i cristiani, che da duemila anni vi confessano il nome di Gesù. Gli ultimi avvenimenti, soprattutto in Iraq e in Siria, sono molto preoccupanti. Assistiamo ad un fenomeno di terrorismo di dimensioni prima inimmaginabili”. Poche parole del Papa all’inizio del Concistoro, presenti 86 cardinali e patriarchi delle Chiese orientali, che Bergoglio ha voluto fosse dedicato ad una analisi della situazione del Medio Oriente. Poche parole, ma molto chiare, per sostenere la presenza dei cristiani nella regione e per “favorire la risoluzione dei conflitti attraverso il dialogo, la riconciliazione e l’impegno politico”.

Papa Francesco ha sottolineato che “tanti nostri fratelli sono perseguitati e hanno dovuto lasciare le loro case anche in maniera brutale”: “ Sembra che si sia persa la consapevolezza del valore della vita umana, sembra che la persona non conti e si possa sacrificare ad altri interessi. E tutto ciò, purtroppo, nell’indifferenza di tanti”. Bergoglio ha chiesto “ un’adeguata risposta anche da parte della Comunità Internazionale”. Dopo le parole del papa è intervenuto il Segretario di Stato vaticano il cardinale Pietro Parolin che ha letto un lungo Rapporto sulla situazione. Parolin ha definito “inaccettabile” la situazione attuale e sull’uso della forza per fermare l’Isis e proteggere i cristiani e le altre minoranza etniche e religiose ha spiegato che “è lecito fermare l’aggressore ingiusto, sempre però nel rispetto del diritto internazionale”. Dunque “non si può affidare la risoluzione del problema alla sola risposta militare”.

In particolare riguardo all’Isis la Santa Sede invita a “prestare attenzione anche alle fonti che sostengono le sue attività terroristiche attraverso un più o meno chiaro appoggio politico, nonché tramite il commercio illegale di petrolio e la fornitura di armi e di tecnologia”. E aggiunge: “La Comunità internazionale non può chiudere gli occhi di fronte a questa questione”. Parolin ha confermato che davanti all’esodo dei cristiani alcuni patriarchi hanno criticato la politica di alcuni Paesi occidentali che hanno offerto visti per far uscire i cristiani perseguitati. E ha commentato: “È un problema delicato. In qualsiasi caso se si vuole che i cristiani rimangano nella regione essi devono, però, trovare condizioni adeguate di vita, di sicurezza, di lavoro, e prospettive per il futuro”. Né i cattolici devono “cedere alla tentazione di farsi tutelare o proteggere dalla autorità politiche o militari di turno”.

 Nel testo di Parolin è detto chiaro che nei confronti del “cosiddetto Stato Islamico “una responsabilità particolare ricade sui leader musulmani non soltanto per sconfessarne la pretesa di denominarsi “Stato islamico” e di formare un califfato, ma anche per condannare più in genere l’uccisione dell’altro per ragioni religiose e ogni tipo di discriminazione”. Infine un appello alla Comunità internazionale “per prevenire possibili nuovi genocidi”. Il Segretario di Stato ha rilevato che l’unico modo per proteggere i cristiani e le altre minoranze è sviluppare “il concetto di cittadinanza, come punto di riferimento per la vita sociale, garantendo i diritti delle minoranza attraverso strumenti giuridici adeguati”. Alla relazione di Parolin sono seguiti 27 interventi nei quali è stato sottolineato, ha riferito il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, che non c’è alcuna guerra tra cristianesimo e Islam e sono state condannate tutte le forme di fondamentalismo, estremismo e terrorismo.

Alberto Bobbio

 
 
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