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venerdì 18 aprile 2025
 
Congedi
 

Congedi parentali, le aziende virtuose

12/06/2015  La maternità come un freno alla produttività? Non per tutte le imprese è così, come dimostrano i casi di Virgin e della Vodafone

Un intero anno per prendersi cura del proprio bambino, con lo stipendio al 100%? Il sogno di ogni neo genitore si realizza alla Virgin, multinazionale nei campi dei media, dell'intrattenimento e dei viaggi. Il fondatore, l'inglese Richard Branson, ha infatti deciso di concedere questo maxi congedo parentale ai suoi dipendenti con questa motivazione: «Come padre e nonno di tre splendidi nipotini, so quanto sia magico il primo anno della vita di un bambino ma anche quanto sia pesante».

Pur con delle importanti limitazioni,  (l’aspettativa pagata verrà concessa solo ai 140 lavoratori dello staff di Virgin Management a Londra e Ginevra e per poter mantenere il 100% dello stipendio si dovrà avere un’anzianità di servizio di almeno 4 anni) la concessione di Branson  va oltre la legge introdotta in Gran Bretagn che consente a mamme e papà di dividersi un congedo di 50 settimane, di cui 37 a paga ridotta.

In Italia esempi virtuosi si hanno con la Vodafone che durante il periodo di maternità integra lo stipendio fino al 100% nei quattro mesi e mezzo di assenza facoltativa successivi al periodo obbligatorio. Inoltre, è prevista la possibilità di richiedere il passaggio ad un part-time fino a trenta mesi di vita del bambino o di usufruire di “turni agevolati”.  

Interessante anche l'esperienza dell'Itt, Istituto italiano di tecnologia, con sede a Genova, un centro di ricerca altamente specializzato. E' l'unico caso in Italia in cui vige la regola “stop the clock for maternity” (ferma l’orologio per la maternità). I contratti a tempo determinato vengono prolungati dopo il termine per il tempo passato dalla ricercatrice in maternità: se una ricercatrice resta casa sei mesi, al ritorno si vedrà prorogato il contratto di altri sei mesi. Una filosofia opposta al ricatto del far firmare una lettera di dimissione in caso di maternità al momento dell'assunzione a cui purtroppo sono sottoposte molte altre lavoratrici. Ma soprattutto è la dimostrazione che ci sono aziende che non credono che l'avere un figlio sia un ostacolo alla produttività dei dipendenti, ma che anzi avere delle mamme e dei papà sereni sia un incentivo a fare sempre meglio.

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