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venerdì 21 marzo 2025
 
 

Ancona, otto giorni di preghiera viva

11/09/2011  Si è concluso il 25° Congresso eucaristico nazionale. Ecumenismo e dialogo interreligioso al centro dell'ultima giornata di lavori. Eucaristina, dono per la Chiesa e per la società.

Con la veglia di preghiera in preparazione all’incontro con Benedetto XVI, presieduta dal presidente della Cei Angelo Bagnasco nella cattedrale di Ancona, si è concluso il programma del 25° Congresso eucaristico nazionale. Otto intensi giorni di riflessioni, preghiere, testimonianze e condivisioni di esperienze all’insegna della preghiera viva del Signore risorto.

E l’ultimo giorno è stato scandito da momenti ecumenici e interreligiosi nei quali è stato mostrato che «non si può vivere senza Dio», come ha detto l’arcivescovo anconetano Edoardo Menichelli nella sinagoga cittadina, alla presenza del rabbino capo Giuseppe Laras (che è anche presidente dell’assemblea dei rabbini d’Italia), del legato pontificio, il cardinale Giovanni Battista Re, e del cardinale Bagnasco, oltre che di rappresentanti delle Chiese ortodosse ed evangeliche.

Don Gino Battaglia, direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, nell’incontro in Fiera, ha ricordato ciò che accomuna e ciò che distingue le diverse Chiese cristiane, sottolineando come le differenti caratterizzazioni accentuino «i diversi momenti della Cena del Signore, dell’Eucaristia». Gli ha fatto eco il metropolita Gennadios Zervos, arcivescovo ortodosso d’Italia, che ha definito l’Eucaristia «il più prezioso dono della Chiesa e della società», poiché «c’è una strettissima connessione tra la divina Eucaristia e la vita quotidiana».

Nell’omelia della Messa presieduta nella cattedrale di San Ciriaco, l’arcivescovo di Torino monsignor Cesare Nosiglia ha posto innanzitutto l’accento su un paradosso: «Viviamo in un mondo fatto di parole, in cui aumenta la comunicazione, ma nello stesso tempo aumenta sempre di più l’incomunicabilità». Ma nell’Eucaristia, ha concluso, «il Signore ci dà la sua presenza per rendere più umano l’umano, più forte l’amore, più intensa la speranza. Noi credenti lavoriamo nel mondo non solo per renderlo più umano, ma per renderlo più divino, facendo dell’Eucaristia una via di autentica promozione umana e sociale».

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