Nave Ocean Viking
Il governo pensa a riaprire i porti alle navi delle Ong? Sarebbe il primo segnale di discontinuità tanto invocato da Conte, Dem e 5S rispetto al governo 5S-Lega, caduto il mese scorso. La prova che alle dichiarazioni seguiranno i fatti è già in mare, e ha un nome: è la nave Ocean Viking col suo carico di naufraghi.
Andiamo per ordine: stamani il premier, presentando alla Camera il programma del governo per la fiducia, ha affrontato anche la questione dell’ “epocale fenomeno migratorio” e delle politiche che saranno messe in atto, affermando che il “decreto sicurezza bis” sarà modificato e impegnandosi a perseguire una politica modulata su più livelli basata su un approccio non più emergenziale, bensì strutturale. Un primo segnale di discontinuità col precedente governo.
La questione va affrontata nel suo complesso, ha affermato Conte, “anche attraverso la definizione di un'organica normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e l'immigrazione clandestina, ma che nello stesso tempo “si dimostri capace di affrontare ben più efficacemente i temi dell'integrazione, per coloro che hanno diritto a rimanere e dei rimpatri, per coloro che non hanno titolo per rimanere".
Ha quindi allargato l’orizzonte all’Europa e agli impegni comuni che gli Stati dovranno assumersi in merito. Senza citarlo, ma ancora una volta, il premier ha alluso al superamento delle regole imposte dal “Trattato di Dublino”, che prevede che i richiedenti asilo restino in carico al Paese nel quale sono stati registrati al loro primo arrivo. “In materia di immigrazione non possiamo più prescindere da un'effettiva solidarietà tra gli Stati membri dell'Unione europea”, ha osservato. “Questa solidarietà' finora e' stata annunciata, ma non ancora realizzata. Ho rappresentato con convinzione questa nostra visione ai principali leader europei e continuerò a farlo nel governo che sta nascendo, nei rapporti con i Paesi partner e i nuovi Vertici europei, da subito con iniziative concrete che devono farci uscire, tra l'altro, da gestioni emergenziali”.
Già al prossimo incontro di dopodomani a Bruxelles Conte chiederà un aiuto ai rappresentanti dei 27 Stati membri per superare la politica dei “porti chiusi”. In altre parole: redistribuzione dei migranti in cambio dei porti aperti. Una proposta che non sarà di certo accolta da molti Paesi, ad iniziare da quelli aderenti al “gruppo di di Visegrad”, ma che potrebbe vedere l’adesione di Germania e Francia, oltreché ovviamente di Grecia e Spagna, interessate come l’Italia alla redistribuzione.
La notizia, quindi, è che il “decreto sicurezza bis” sarà modificato e che la volontà del nuovo governo è quella di abbandonare la politica del “porti chiusi”, perseguita dall’ex ministro degli Interni, Salvini.
Ma nel frattempo? La “rotta mediterranea” per moltissimi profughi non s’è mai chiusa, né si chiuderà adesso. E la conta delle vittime al largo delle coste mediterranee non s’è certo fermata. Il nuovo corso del governo già nei prossimi giorni sarà messa alla prova: proprio ieri, davanti alle coste libiche, la nave di Sos Méditeranée e Msf Ocean Viking ha soccorso, dopo tre ore di intervento, una cinquantina di naufraghi che erano a bordo di un gommone in avaria e ha inoltrato richiesta di porto sicuro alle guardie costiere di Tripoli, Roma e Malta. Quale sarà la risposta del governo? Come agirà il Viminale e il suo nuovo inquilino? Sarà dato l’ok per l’attracco in uno dei nostri porti? Il “Decreto sicurezza bis”, fortemente voluto dall’ex ministro Salvini, è ancora in vigore e, in base ad esso, la possibilità di emettere un decreto di interdizione alla navigazione in acque italiane è sempre aperta. Com'è ancora aperta la ferita inferta all'immagine dell'Italia nel mondo, a causa del braccio di ferro sulle redistribuzioni dei profughi, voluto da Salvini, sulla testa dei migranti soccorsi, contro le leggi del diritto internazionale e di qualsiasi principio umanitario.