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giovedì 16 gennaio 2025
 
Il Papa
 

Il Papa: «Separati, non usate i figli come ostaggi»

14/06/2015  Il Papa scherza con genitori e ragazzi convenuti in piazza San Pietro per l'apertura del convegno ecclesiale della diocesi di Roma. "Questa è una pioggia di famiglie". E poi denuncia: "Questa città ha bisogno di una rinascita morale". E ancora: "No alla colonizzazione ideologica, no ai figli come ostaggio nelle separazioni, no ai nonni in casa di riposo. Che i figli vedano quanto è bello amarsi"

Un evento di popolo. Papa Francesco saluta, in piazza San Pietro, la folla convenuta per l'apertura del Convegno ecclesiale della diocesi di Roma. Appunto, la diocesi del Papa. Tema dell'incontro, che dopo i laboratori di lunedì 15 e martedì 16 giugno, avrà la sua conclusione a settembre "Vi trasmettiamo quello che abbiamo ricevuto. Noi genitori testimoni della bellezza della vita". Protagonisti soprattutto i genitori e la famiglia. A loro si chiede di essere testimoni gioiosi e responsabili della fede.
La diocesi si stringe attorno al suo pastore prima di riflettere sui dati del Censis e sullo stato della città. E sul come trasmettere la fede di generazione in generazione nelle mutate condizioni sociali, economiche e culturali. Dopo le relazioni di lunedì e di martedì in San Giovanni in Laterano sono previsti dieci laboratori di studio a cui parteciperanno religiosi, sacerdoti e, soprattutto, laici. Genitori testimoni dell'amore, parrocchia che accoglie i genitori, parrocchia e ferite familiari, l'arte di accompagnare i genitori, annuncio della fede, genitori protagonisti dell'educazione, la festa della domenica, genitori e formazione scolastica, la crescita affettiva dei figli, l'educazione alla carità: sono questi i temi dei laboratori. Una riflessione a tutto campo che affronta in tutti gli aspetti la quotidianità in cui vive la famiglia di oggi.
In piazza San Pietro è una festa, con molti bambini e molti abbracci e sorrisi da parte del Papa.
Il cardinale Vallini lo attende sul sagrato
e il Papa, dopo il saluto del cardinal vicario, rivolge, come ha già ftto nei due anni passati, il suo saluto a braccio.

«Roma ha bisogno di una rinascita morale e spirituale»

Prima l'invocazione dello Spirito Santo con la preghiera cantata dal coro e da tutta la piazza. Poi le parole del Papa che comincia parlando del tempo: «Le previsioni dicevano pioggia. Sì, è vero: pioggia di famiglie in piazza San Pietro». Il Papa ringrazia i genitori di aver partecipato così numerosi all'incontro. «Da alcuni anni ci interroghiamo su come trasmettere la fede alle nuove generazioni. Per le note vicende», dice il Papa, «c'è bisogno di una vera e propria rinascita morale e spirituale. E questo è un compito molto forte: la nostra città deve rinascere moralmente  e spiritualmente perché sembra che tutto è lo stesso, che tutto è relativo, che il Vangelo è sì una bella storia, è bello leggerlo, ma rimane lì, un'idea, non tocca il cuore. La nostra città ha bisogno di questa rinascita».
Il Papa torna a parlare anche di colonizzazione ideologica
dicendo che «questo impegno è tanto importante quando parliamo di educazione dei ragazzi e dei giovani per la quale i primi responsabili siete voi genitori. I ragazzini che cominciano a sentire queste idee strane, queste colonizzazioni ideologiche che avvelenano l'anima, la famiglia deve agire contro di questo. Diceva due settimane fa una persona, un uomo molto cattolico, bravo, giovane, che tante volte lui e sua moglie dovevano ricatechizzare i loro figli. Queste colonizzazioni ideologiche fanno tanto male e distruggono, una società, una famiglia, una nazione».
Papa Francesco ricorda che a ottobre ci sarà il Sinodo sulla famiglia. 
E invita tutti a partecipare al cammino e a far vedere, da genitori che «Vivere il vangelo è possibile e rende felici».
Poi cita delle parole. La prima: vocazione. «Tutti siamo figli, ma diventare papà e mamma è una chiamata di Dio, è una vocazione. Dio è l'amore eterno che si dona incessantemente e ci chiama all'esistenza». Il Papa aggiunge: «Diventare papà e mamma è diventare simili a Dio».
Un lungo discorso in cui Bergoglio ricorda anche la gioia di un bambino che gli raccontava di aver visto i genitori baciarsi. E cita il film I bambini ci guardano, per dire che «i bambini guardano tanto e quando guardano che mamma e papà si amano i bambini crescono in quell'area dell'amore, della felicità e della sicurezza non hanno paura perché sanno che sono sicuri nell'amore di papà e mamma. Pensiamo a quando soffrono i bambini quando perdono papà e mamma, tutti i giorni. Quando vedono papà e mamma insultarsi, persino picchiarsi. Quando cadete in questi peccati pensate che le prime vittime sono i vostri bambini, la vostra carne. I Bambini ci guardano, non vi guardano quando voi insegnate loro qualcosa, quando parlate gli uni agli altri, quando invitate i vostri amici, quando vi riposate», per scorgere se siete felici di essere diventati genitori, se credete che il bene esiste.
La seconda parola è comunione. Comunione tra un uomo e una donna. Il Papa parla della prima e fondamentale differenza dell'essere umano. «Quando i fidanzati vengono a sposarsi a me piace dire a lui: non dimenticarti che la tua vocazione è fare tua sposa più donna. E a lei dico: la tua vocazione è fare tuo marito più uomo. E così si amano e si amano nella differenza. E questo è il lavoro artigianale della famiglia, del matrimonio: far crescere l'altro, pensare all'altro, questa è comunione».
Poi racconta di quando a Santa Marta arrivano coppie che hano 50 o 60 anni e si accarezzano a vicenda, buoni matrimoni che sono come il vino che diventa più buono invecchiando. «Hanno gli occhi brillanti di gioia di tanti anni di vivere così nell'amore». Il Papa parla di una differenza che diventa ricchezza e reciprocità.

Il Papa parla anche delle difficoltà, e sottolinea che, quando ci sono le prime avvisaglie di una frattura, bisogna avere il coraggio di chiedere aiuto. «Innanzitutto di chiedere aiuto a Dio», spiega il Papa. sottolineando che «l'unità è più grande del conflitto in nome di un amore più grande. E anche quando la separazione è inevitabile sappiate che la Chiesa vi porta nel cuore e che il vostro compito educativo non si interrompe. Voi siete sempre papà e mamma anche se non potete vivere insieme. Cercate sempre una intesa, non usate i figli come ostaggi. Quanto male fanno i genitori che sono seprati o nel loro cuore sono seprati, quando il papà parla male al figlio della mamma e la mamma parla male al figlio del papà. Questo è terribile perché quel ragazzo quella ragazza cresce con una tensione terribile che non sa risolvere. Mai, mai parlare male ai figli l'uno dell'altra. Loro sono le prime vittime di questa lotta. E permettetmi una parola, di questo odio trai due. I figli sono sacri, non feriteli».

E la terza parola è missione, sempre una Chiesa, una famiglia in uscita. «Voi siete collaboratori dello Spirito Santo che ci sussurra le parole di Gesù!», dice il Papa. «Siatelo anche per i vostri figli! Siate missionari dei vostri figli. Essi impareranno dalle vostre labbra e dalla vostra vita che seguire il Signore dona entusiasmo, voglia di spendersi per altri, dona speranza sempre, anche di fronte alle difficoltà e al dolore, perché non si è mai soli, ma sempre con il Signore e con i fratelli. E questo è importante soprattutto nell'età della preadolescenza, quando la ricerca di Dio si fa più consapevole e le domande esigono risposte ben fondate.
Bergoglio spinge i genitori ad accogliere e a stare accanto anche alle fragilità dei figli, alle debolezze, alle cadute. I genitori salvano i figli anche senza parole.

«Non vorrei finire», conclude il Papa, «senza dire una parola ai nonni. Voi sapete che a Roma gli anziani sono il 21,5 per cento della popolazione?», chiede alla piazza. «Un quarto della popolazione romana sono i nonni. I nonni nella famiglia hanno un posto di dignità?», chiede il Papa. «Adesso sono sicuro che almeno sì perché con la mancanza di lavoro vanno da loro a prendere la pensione. Ma i nonni che sono la memoria di un popolo, che sono la saggezza della famiglia hanno un posto degno? I nonni che hanno salvato la fede in tanti Paesi dove era proibito praticare la religione, portavano di nascosto i bambini a farli battezzare e gli insegnavano le preghiere. Oggi i nonni sono dentro le famiglie o sono noiosi, parlano sempre delle stesse cose, mettiamoli nelle case di riposo... Pensiamo così».
«Non bisogna vergognarsi dei nonni». Quando si ammalano ci chiedono tanti sacrifici, è vero. A volte non c'è altra soluzione che portarli in casa di riposo, ma che sia l'ultima soluzione. I nonni a casa, sono una ricchezza».
E, prima di salutare ripete: «Ricordatevi di quello che ha detto quel bambino. Oggi ho visto papà e mamma baciarsi. Che bello!»

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Il Papa apre il convegno della Diocesi di Roma e scherza: «Davano pioggia? Sì, ma di famiglie»
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