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martedì 21 marzo 2023
 
 

Calcio, e i club snobbano Prandelli

31/03/2012  Il Ct della Nazionale ha chiesto alle squadre di poter avere i giocatori ad aprile e inizio maggio per preparare gli Europei. Ma ha ricevuto un netto rifiuto dalla Lega dei club.

Il 20 maggio è in programma a Roma la finale di Coppa Italia, fra la Juventus e il Napoli che in semifinale hanno eliminato rispettivamente il Milan e il Siena. Si conta molto sulla qualità della sfida, sulla “fame” di trofei che i due club hanno, oltre si capisce che su un grande finale di campionato, con la Juventus in corsa per lo scudetto contro il Milan e con il Napoli teso al terzo posto che significherebbe la partecipazione nella prossima stagione alla Champions League, il che vuol subito dire una trentina di milioni di euro come gettone di presenza. Da notare infine che il calendario oppone la Juventus al Napoli già domenica a Torino, in campionato…

Due parole ancora sulla Coppa Italia, prima di passare ad un tema più “duro”. Il trofeo interessa in Italia soltanto nelle strette finali, quando finalmente ci sono eliminazioni di squadre grosse e il pubblico si appassiona (di solito a un  punto della stagione in cui il campionato ha già detto molto). In Inghilterra la regina assiste alla partitissima che ha lo stesso valore di uno spareggio per il titolo. In Spagna idem, c’è il re, altissimo è l’interesse specialmente se la sfida finale è fra Barcellona e Real Madrid, insomma è una replica del ”clasico” di campionato.


In Francia la coppa, aperta anche a squadre di dilettanti, spesso vale più del campionato quanto ad attenzione popolare: e nel 2000 quasi tutto il paese tifò per il Calais, club amatoriale con lavoratori e studenti in squadra, che giunse alla finale parigina contro il Nantes, dopo avere eliminato le “grandi”, perdendo 1 a 0 soltanto in extremis e per un gol discusso (Osvaldo Guerrieri ne ha fatto una bella commedia, rappresentata anche a Parigi: “Allez Calais” il titolo). Da noi si spera che all’Olimpico il 20 maggio ci sia anche, a dare lustro speciale alla sfida, il presidente Napolitano, che magari tiferà più Napoli che Juventus. Lo stadio romano sarà probabilmente riempito, Napoli è vicina a Roma, Torino ma soprattutto l’Italia bianconera saranno in mobilitazione piena per il ritorno della Signora ai vertici del calcio.

Ci sono state grosse avvisaglie di un conflitto Coni-Lega Calcio, a proposito della disponibilità dell’Olimpico: il Coni, proprietario dell’impianto, deplora che la Lega (dove continua la presidenza-fantasma di Beretta, dimissionario solo a parole ancorché adesso abbia un altro lavoro), tenda a svincolarsi sempre più da ogni autorità sportiva istituzionale, bypassando la Federcalcio e dandosi alla gestione diretta condotta dai club più grossi, che vogliono trasformarla in un comitato d’affari. E così ha detto no allo stadio, mai richiestogli ufficialmente dalla Lega, “usando” anche il supporto di fondati timori riguardanti l’ordine pubblico: non per il conflitto tra la tifoseria napoletana e quella torinese, ma tra la tifoseria napoletana e quella romana e laziale. Poi Beretta ha chiesto formalmente l’impianto, la prefettura ha detto sì, anche il Coni ha detto sì.


Ma il problema era ed è un altro.  Il Coni in sostanza ha “usato” lo stadio suo per far sapere che non gradisce l’atteggiamento della Lega verso la Nazionale azzurra. Spieghiamo: l’8 giugno comincerà, in Polonia e Ucraina, il campionato europeo, che si concluderà il 1° luglio. L’Italia è qualificata, gli azzurri di Cesare Prandelli hanno svolto bene il compito. Ma sul piano della preparazione necessaria per lunghi e grandi confronti ci creano apprensioni i soli diciassette giorni senza calcio fra la Coppa Italia e il via all’Europeo, come anche i ventiquattro tra l’ultima giornata di campionato (13 maggio) e l’Europeo.

Dopo la finale di Roma ci saranno almeno un paio di giorni di vacanza per gli attori: e così, considerando le necessità di ambientazione nell’Esteuropa, con spostamento “precoce” in loco, si può parlare al massimo di una settimana di raduno azzurro chez nous. Da ricordare poi che  la Juventus, che “finisce” il 20 maggio, fornisce il maggior numero di azzurri al citì. Prandelli ha chiesto ai club almeno di concedergli giocatori per stages separati in aprile e inizio di maggio, raduni anche di un solo giorno, preparazione smozzicata ma pazienza: i difensori, i centrocampisti, gli attaccanti… Rifiuto netto da parte della Lega dei club.


La Nazionale canta già “Fratelli d’Italia”, grande esempio per il Paese, e cosa si pretende di più?  C’è tensione, Prandelli vuole sempre portare avanti un discorso etico, e i club non hanno gli strumenti, culturali oltre che morali, per seguirlo. E hanno anzi interessi contrari. Il denaro comanda, il denaro impone al club di usare molto i giocatori, per produrre altro denaro. La Nazionale è spesso scomoda, allontana un atleta dai compagni abituali, se giovane gli mette in testa brutti pensieri di orgoglio, di affermazione di nuovi diritti.

La Nazionale può essere occasione di incidenti, la Nazionale stanca, toglie giorni al riposo, il prossimo campionato comincerà già il 26 agosto e prima del via si dovranno disputare partite amichevoli, tante perché tanto utili per fare cassa. E si pensa anche a tournées postcampionato, senza azzurri ma con tutti gli altri.  Prandelli scoccia, insomma, con le sue richieste. E lui, che sa di scocciare, e sa che il Coni è con lo sport azzurro quindi con lui, potrebbe anche essere tentato, in caso magari di insuccesso europeo ovviamente scaricato dai club addosso a lui, di cedere a sirene di club. E’ un argomento delicato, ma intanto il confronto è quasi brutale. Voi per chi tifate?

 
 
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