La discussione, come vuole papa Francesco, sarà aperta e a tutto campo. Non a caso, oltre ai partecipanti (qui l'elenco completo) previsti dagli statuti, il Pontefice ha nominato personalmente 26 padri sinodali di tutti gli orientamenti. Fermo restando che il dibattito, forse fin troppo schiacciato sulla questione della comunione ai divorziati risposati, riguarderà le sfide della famiglia in tutto il mondo, con problemi e casi concreti che variano da Paese a Paese. Al Sinodo straordinario che si svolgerà in Vaticano dal 5 al 19 ottobre, dunque, parteciperanno 26 padri sinodali di nomina pontificia, tra i quali spiccano il cardinale tedesco e teologo Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani e soprattutto autore della relazione al concistoro del febbraio scorso sulla possibilità di far accedere ai sacramenti i divorziati risposati che ha dato il “la” alla discussione. Poi ci sono gli arcivescovi di Bologna, Carlo Caffarra, e Milano, Angelo Scola. C’è anche Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, il vescovo di Parma Enrico Solmi, presidente della Commissione famiglia della Cei, e il gesuita padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica.
In dettaglio, Bergoglio ha quindi nominato i cardinali Sodano, Danneels (emerito di Bruxelles), Kasper, Scola (Milano), Caffarra (Bologna), Martinez Sistach (Barcellona), Vingt-Trois (Parigi), Ton Hong (Hong Kong), Tempesta (Rio de Janeiro), Yeom Soo-Jung (Seoul), Ouedraogo (Burkina Faso), Sebastian Aguilar, Sgreccia e Bertello (non sono stati incluse personalità come i cardinali Ruini e Bertone), i vescovi Tonucci (Loreto), Menichelli (Ancona), Aguiar Retes (Tlalnepantla in Messico), Couto (Delhi in India), Fernandez, Garza Trevino (Negra in Messico), Madi (San Paolo dei maroniti in Brasile), Solmi (Parma), e infine mons. Pinto (decano del tribunale della Rota romana), i gesuiti François-Xavier Dumortier (rettore della Gregoriana) e Antonio Spadaro (direttore della Civiltà cattolica) e padre Manuel Jesus Arroba Conde (professore di diritto canonico alla Lateranense).
Tra gli altri partecipanti resi noti martedì dalla Sala Stampa vaticana, ci sono 16 esperti (tra cui una coppia italiana, l’ex presidente di Azione cattolica Franco Miano e la moglie Giuseppina De Simone che insegna filosofia alla Facoltà teologica dell’Italia meridionale di Napoli), 38 uditori (13 coppie di sposi e 12 singoli) e 8 “delegati fraterni”, rappresentanti delle altre Chiese cristiane, tra i quali il vescovo Hilarion del patriarcato di Mosca e di tutte le Russie.
La commissione per il messaggio finale è presieduta dal cardinale Gianfranco Ravasi, il relatore generale è il presidente del consiglio delle conferenze episcopali europee, l'ungherese Peter Erdo.
In totale, sono 253 i partecipanti all’assise: 114 presidenti di conferenze episcopali, 13 capi delle chiese cattoliche orientali, 25 capi dicastero della curia romana, 9 membri del consiglio ordinario di segreteria, il segretario generale, il sotto-segretario, 3 religiosi eletti dall'Unione superiori generali, oltre ai 26 membri di nomina pontificia, 8 delegati fraterni, 38 uditori di cui 13 coppie di sposi, 16 esperti, tra cui una coppia di sposi.
Alle due settimane di lavoro del prossimo ottobre, seguirà nel 2015 un ulteriore sinodo, questa volta ordinario, sempre sulla famiglia. Solo allora si tireranno le fila del percorso: «Il criterio del rinnovamento - ha detto il segretario del sinodo Lorenzo Baldisseri - è quello di dipingere prima il quadro e poi mettere la cornice».
L'etimologia di sinodo, ha poi ricordato il card. Baldisseri, è «fare strada insieme», in un campo, la famiglia, che il Papa considera fondamentale nella dinamica di rinnovamento della Chiesa. Tutto da vedere il metodo di lavoro: i lavoro dureranno due settimane contro le tre di altri sinodi e addirittura le quattro di assise più lontane. Poi bisognerà capire quando e in che modo il Papa vorrà essere presente alla discussione. Sul tavolo c’è anche la riforma stessa dello strumento sinodale e che va a toccare il tema, assai dibattuto, sulla collegialità della Chiesa.
«La normativa in vigore», ha commentato Baldisseri, «è il binario su cui corre il treno del rinnovamento» e «andando avanti si compiranno i passi necessari per emendare norme o eventualmente mettere mano ad una vera e propria ristrutturazione dell'organismo sinodale».