Il presidente egiziano Al Sisi (Reuters).
In Egitto sono tutti d’accordo. Cattolici, Copti ortodossi e Protestanti ritengono che il nuovo Egitto di Abd al-Fattah al Sisi stia dando segnali importanti sull’ampliamento della libertà di culto e sulla possibilità di intervenire nel dibattito pubblico da parte dei cristiani.
Quello più importante è la decisione del Cairo di varare una nuova legge per la costruzione delle Chiese e a questo proposito la presidenza egiziana ha chiesto alle comunità cristiane un contributo. Intanto sono state sbloccate, in segno di buona volontà, le domande per costruire nuove Chiese al Cairo e nell’Alto Egitto per la comunità copta. Le domande giacevano al ministero dell’Edilizia da 8 anni. Ma si tratta di una piccola parte di quelle che si sono accumulate negli anni del presidente Moubarak, a cui il rais non aveva mai dato risposte.
La legge sulla costruzione di nuove Chiese in Egitto risale al periodo ottomano e prevede molti impedimenti e lascia ampie interpretazioni. In attesa della nuova legge il ministero dell’Edilizia, per venire incontro ad esigenze pastorali delle Chiese cristiane, ha messo a disposizione un terreno di 30 ettari del Patriarcato copto per costruire uffici e strutture collegati alla cattedrale si San Marco al Cairo. Altre tre chiese, due copte ortodosse e una copta evangelica, verranno costruire in altrettanti quartieri del Cairo.
Anche padre Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica, sottolinea la presenza di “un nuovo corso” nelle relazione tra le Chuiese e il nuovo governo di al-Sisi: “ Quello sull’edilizia di culto è un primo passo importante che sottrae la costruzione di chiese ad ogni tipo di arbitrio”.