Gran brutta malattia il razzismo" affermava Albert Einstein. "Più che altro
strana: colpisce i bianchi, ma fa fuori i neri..."
A distanza di poche settimane i leghisti Mario Borghezio e Roberto
Calderoli hanno rivolto espressioni offensive e razziste nei confronti
della ministra dell'Integrazione. Donna. Nera.
- "E' il governo del Bongo Bongo". Dare un ministero a una così (Cecile
Kyenge, ndr) è una scelta del cavolo, sembra una casalinga" (Borghezio)
- Amo gli animali, orsi e lupi com'è noto, ma quando vedo le immagini
della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle
sembianze di orango (Calderoli).
Borghezio e calderoli non sono stati gli unici. Tra gli esponenti del Carroccio (e non solo) le
palesi discriminazioni contro Cecile Kyenge sono ormai all'ordine del
giorno. E ieri è arrivata la sentenza di condanna di Dolores Valandro,
la consigliera di quartiere di Padova, anch'essa camicia verde, che il
13 giugno scorso, sulla sua pagina Facebook, aveva scritto, riferendosi
al ministro per l’Integrazione una frase choc: “Ma mai nessuno che se la
stupri, così tanto per capire che cosa si prova?".
Tuttavia, le frasi di Borghezio e Calderoli (e le loro parziali ed
ipocrite scuse) sono ancora più gravi di quelle della Valandro perché
provengono non da due semplici cittadini ma da esponenti politici ed
istituzionali di primo piano: il primo, Borghezio, è un parlamentare
europeo nonché - sembra incredibile ma è vero - membro della Commissione
per le libertà civili; il secondo, Roberto Calderoli, è parlamentare italiano e
per giunta vicepresidente del Senato.
Per questa ragione Articolo21 ha lanciato due petizioni per chiedere le
dimissioni di entrambi. Quella su Borghezio (sottoscritta da oltre
130mila
cittadini) ha contribuito a determinare l'espulsione
dell'europarlamentare dal suo gruppo. Quella su Calderoli, lanciata
pochi giorni fa, ha superato le 170mila firme.
Il vicepresidente del Senato non ha intenzione, almeno per adesso, di
lasciare lo scranno della vicepresidenza nonostante le numerose
sollecitazioni di una parte consistente dell'emiciclo. Ma il risultato
straordinario di partecipazione alla campagna è un segnale forte ed
importante perché testimonia il moto di indignazione dei cittadini per
qualsiasi forma di razzismo nelle istituzioni. Siamo
convinti che non si debba mollare la presa anche se Calderoli non si è dimesso. Per questo continueremo a
raccogliere le firme e chiederemo altresì che il Parlamento europeo voti
la revoca dell’immunità parlamentare per l'eurodeputato Mario Borghezio
e il senatore Roberto Calderoli.
E magari per effetto di una class
action che impugni la Legge Mancino, siano entrambi processati in Italia
per istigazione all'odio razziale.
Non è una crociata personale contro l'uno o l'altro esponente politico -
il razzismo serpeggia purtroppo in modo trasversale - ma un'azione
dettata dalla volontà di innescare un processo nuovo di civilizzazione e
di rispetto delle differenze. La campagna lanciata da Famiglia
Cristiana per "abolire il reato di clandestinità" va proprio in questa
direzione.
L'immigrazione non è un'emergenza ma è parte stessa della nostra società.
Parte attiva. "I migranti - ha giustamente detto la ministra Kyenge in
un recente convegno - sono soggetti attivi, sono lavoratori,
contribuenti,
imprenditori: anche loro possono contribuire a farci uscire dalla crisi".
E l'informazione deve fare la sua parte. Imparando a comunicare senza
discriminare. “Le parole possono essere muri o ponti – si legge
nell'introduzione di Parlare Civile, libro a cura dell’agenzia di stampa
Redattore Sociale. "Possono creare distanza o aiutare la comprensione
dei problemi. Le stesse parole usate in contesti diversi possono essere
appropriate, confondere o addirittura offendere. (…) Quando si comunica
occorre però precisione, bisogna avere consapevolezza del significato,
del peso delle parole. Non è facile, perché il tempo è sempre poco,
perché viviamo nella nostra cultura, perché il senso e la percezione
delle parole si evolvono continuamente. Non è facile, ma è necessario…”.